Verona-Napoli, una sfida
tra vecchi ricordi e nuovi timori

Verona-Napoli, una sfida tra vecchi ricordi e nuovi timori
di Pasquale Tina
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Venerdì 10 Gennaio 2014, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 09:33
Gli appassionati del Napoli hanno chiarito il concetto l’altro giorno al San Paolo con uno slogan. «Non è una partita, ma una questione d’onore». Quasi una sorta di memorandum dedicato a Rafa Benitez e alla colonia spagnola che ha capito immediatamente quanto sia alta la posta in palio per l’appuntamento di domani al Bentegodi. La sfida con il Verona non passerà mai inosservata. L’astio tra le rispettive tifoserie ha innalzato negli ultimi vent’anni la colonnina della tensione al massimo livello di guardia: un vero e proprio odio sportivo cementato da insulti razzisti ma anche trovate geniali e ironiche (memorabile lo striscione contro Giulietta apparso a Fuorigrotta). Impossibile, però, trovare un’intesa. L’obiettivo è confinare la rivalità nel corso della partita evitando incidenti.



LE MISURE

La Polizia ha già predisposto un massiccio piano sicurezza in modo da isolare i circa mille sostenitori azzurri che saranno comunque al Bentegodi, uno stadio che comunque evoca al Napoli dolci ricordi: il 16 settembre 1984 debuttò in maglia azzurra un certo Diego Armando Maradona, il 22 aprile 1990 fu proprio l’Hellas (battendo il Milan) a cucire sul petto il secondo scudetto della storia allo squadrone allenato da Albertino Bigon. Altri tempi, ora si pensa alla Roma e alla seconda piazza del campionato perché la Juventus viaggia addirittura a +10. Rafa Benitez sta studiando la gara nei dettagli nonostante i tanti infortunati. Potrebbe tornare Hamsik (in panchina), Reina ma soprattutto Behrami restano ai box. Lo svizzero è uno dei tanti ex, in questo momento - però - ha altri pensieri, tanto da essere al centro di un vero e proprio caso: lui vuole operarsi al piede per non correre rischi in vista del Mondiale. «Ho ancora dolore, quindi ho deciso di sottopormi ad un intervento chirurgico. Tornerò tra sei settimane», questo il comunicato apparso sul sito della federazione elvetica, prontamente smentito dal Napoli: «Si sottoporrà ad un nuovo consulto e poi decideremo». L’ultima parola spetta allo spagnolo Villarubias. Behrami, nel frattempo, è a casa sua a Lugano. L’emergenza a centrocampo è, dunque, conclamata. De Laurentiis ha riaperto in maniera sibillina a Gonalons, a margine della presentazione del progetto Tutoring, il campionato amatoriale delle parrocchie di Napoli che sosterrà da vicino. Sul comportamento di Aulas è stato chiaro: «Non ho risposto per non staccare la spina». Che, dunque, resta accesa. Piacciono pure M’Vila e Jorginho, ma è inutile insistere con De Laurentiis, infastidito quando si parla troppo di mercato. «Possiamo parlare di calcio finché non mi stanco. Se succederà, sarà per il contesto. Il mio amore è grande, ma un giorno potrebbe anche capitare». Una provocazione in piena regola.
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