Verona, Ivan (Juric) il terribile è l'allievo che supera il maestro

Verona, Ivan (Juric) il terribile è l'allievo che supera il maestro
di Gianfranco Teotino
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Lunedì 30 Novembre 2020, 07:30

Dice che Gasperini è il suo maestro, l’uomo che gli ha insegnato tutto del mestiere di allenatore, e dato che prima o poi tutti gli allievi arrivano a battere i maestri, Atalanta-Verona non poteva che andare così. Dopo due sconfitte e un pareggio nei confronti diretti è arrivata la prima vittoria di Juric. Sorprendente fino a un certo punto: la squadra bergamasca soffre molto gli impegni di Champions, la svuotano. Ma davvero nessuno poteva pensare che a quasi un quarto del cammino del campionato il Verona fosse in classifica davanti all’Atalanta, in piena zona Europa. Una magia ancora più magica di quella della scorsa stagione, con il Verona neo-promosso stabilmente assestato nella parte sinistra della classifica, a sfiorare già allora il sogno europeo. Eppure, di Ivan Juric tutto si può dire tranne che sia un mago. Addirittura, era arrivato a Verona fra lo scettiscismo generale. Si chiedevano tutti perché mai non fosse stato confermato Aglietti, eroe della promozione, chiamato apposta per vincere i playoff, quando tutti pensavano che non ci sarebbe stato niente da fare, e invece… 
EROE NON PER CASO
Il Verona è finito in Serie A per caso, l’opinione degli osservatori, solo grazie ad Aglietti, e cambiando allenatore in B tornerà subito. Per i bookmaker che Juric sarebbe stato il primo tecnico esonerato non aveva quota. La sua faccia, poi, non prometteva niente di buono. «Una faccia da funerale» secondo la penna feroce di Vittorio Feltri. Ma guai a lasciarsi ingannare dalle apparenze e dalle maldicenze. Eroe a Crotone, per la prima storica promozione in Serie A, il giornale locale, il Crotonese, lo nominò personaggio dell’anno 2016, Juric invece non era poi riuscito a entrare in sintonia con il pubblico del Genoa, nonostante la stima di Preziosi, o forse proprio per quello… Il presidente lo esonerò due volte, ma due volte lo richiamò.

Niente. Nessuna scintilla. Anzi. Una immeritata fama di uomo sfortunato, sciocchezze che talvolta ritornano e spesso fanno male.


TECNICO DOC
A Verona Juric ha dimostrato di essere un signor tecnico. Dopo le sorprendenti prestazioni della scorsa stagione, quest’estate gli hanno smontato la squadra: via Kumbulla, Rrahmani, Amrabat, Pessina, Verre. Al loro posto dentro solo quel che resta di Kalinic e qualche giovane nuovo. Come se nulla fosse successo, il Verona gioca come prima, talvolta meglio di prima. No, Juric non è un gran personaggio, ma è una gran persona. Non ama raccontare che passa parte del suo tempo libero alla mensa dei poveri di Verona, a dare una mano in cucina. «Andarci mi fa star bene – si è confidato una volta all’Arena – noi guadagniamo tanto, troppo». Per la cronaca, con il rinnovo del contratto di agosto – la Fiorentina lo voleva e avrebbe fatto meglio a prenderlo senza pensarci su troppo – ha raddoppiato il suo stipendio: ora è un milione e mezzo l’anno.
La cucina gli piace, non solo quella dei poveri. Ama mangiare e bere bene, per quanto i veronesi non gli perdonino di preferire il Barolo all’Amarone. Nella casa dove vive con moglie e due figlie, cura personalmente un piccolo orto con pomodori, peperoncino, cetrioli, erbe e fragole. Gli piace coltivare le piantine e abbinare gli ingredienti. In fondo è quello in cui riesce anche in campo: far maturare giocatori acerbi come Zaccagni e assemblare squadre ben miscelate. Per lui il calcio è vita e la vita non è solo calcio.

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