Cagliari d'acciaio, fermato il Verona: 1-1

Cagliari d'acciaio, fermato il Verona: 1-1
di Matteo Sorio
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Domenica 6 Dicembre 2020, 15:53

Della serie: esaltarsi nell’emergenza. Il Verona lo fa da inizio stagione. Il Cagliari lo fa, al Bentegodi, arpionando un punto mica da poco. «Squadra a pezzi», scrivevano i giornali sardi alla vigilia. A pezzi, ma a schiena dritta: assenti Simeone, Ounas, Pisacane, Godin, Nandez, Pereira, tanto del Cagliari è salito sulle spalle di Joao Pedro, play avanzato, sponde su sponde, un bel vedere. Bene anche i Millennials della difesa di Di Francesco, Walukiewicz e Carboni, classe 2000, specie il polacco, che per fisico e sicurezza (vedi l’azione del pareggio di Marin) sembra un lupo di mare. Quasi un gentleman agreement, in riva all’Adige, però suonandosele di santa ragione. Tanto Verona fino all’intervallo, molto Cagliari sino all’ultima curva del match, imbroccata meglio dall’Hellas: reti di Zaccagni e Marin, due legni i padroni di casa (entrambi nell’azione del gol poi annullato dal Var a Di Carmine per fuorigioco) e uno il Cagliari (Pavoletti). Si sono mosse bene entrambe, dentro i confini di un pareggio che non scuote la classifica, il Verona a 16, il Cagliari a 12. «Serve verticalità», diceva Di Francesco prima del match. I sigilli di Zaccagni e Marin sono ultra verticali, quello del Verona sfogandosi nel corridoio sinistro rossoblù, quello del Cagliari con un’infilata centrale.

Sarà felice, Di Francesco, che Marin, centrocampista romeno, in prestito dall’Ajax, ci ha scommesso: bel piede, ordine, una certa esuberanza, l’ex lanciere è stato tra i migliori e, con questo graffio, si sblocca. Del Cagliari, che ferma l’Hellas dopo l’impresa gialloblù di Bergamo, va sottolineata una tendenza: parte spesso male, a Verona il settimo svantaggio stagionale su nove gare, però sa ricompattarsi, vedi le due vittorie in rimonta e i due pari. Quanto al Verona, dopo dieci partite, lo scorso torneo, aveva 12 punti. Oggi sono 16. Che Juric stia bollando quel +4 con una squadra tormentata dai forfait e ripartita da nuovissime idee (Tameze) dopo aver perso i pilastri (Kumbulla, Amrabat, Rrahmani, Pessina, Verre) dà la misura del lavoro, e del calco, del tecnico croato. Rispetto al blitz sull’Atalanta, il Verona ha ritrovato il suo metronomo, Veloso, e un Lazovic negativizzato dopo il Covid ma sottotono: Gunter, Kalinic, Cetin, Benassi, i vip nell’elenco dei fuori causa. Il fatturato sottoporta rimane un lato debole comune. Il Cagliari fatica ad andare oltre Joao Pedro: a Pavoletti, in quel di Verona, è mancata solo la precisione. L’Hellas non segna con le punte, al netto di Favilli, due sigilli fin qua: un limite che alla lunga, come la scorsa stagione, potrebbe pesare.

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