Verde e i suoi fratelli, i talenti per il futuro:
da Cataldi a Rugani, ora cercano spazio

Verde e i suoi fratelli, i talenti per il futuro: da Cataldi a Rugani, ora cercano spazio
di Alessandro Angeloni
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Martedì 10 Febbraio 2015, 05:48 - Ultimo aggiornamento: 09:23
C'è la meglio gioventù, la beata gioventù ma c'è anche la gioventù bruciata. Il rischio è sempre lo stesso: il ragazzino che si sente (dire) fenomeno il più delle volte si perde, svanisce nel nulla. Se viene utilizzato nel momento sbagliato, rischia di diventare una meteora. E' successo, succederà.



A Roma c'è un esempio su tutti, eclatante: un bel po' di anni fa, Vujadin Boskov fece esordire dal primo minuto il promettente Dario Rossi e pensò bene di metterlo in marcatura su un certo Ruud Gullit. Risultato: Roma-Milan 0-1 gol di Gullit. Carriera finita lì per il giovane Dario. C'è anche chi come Daniele Verde ha esordito dal primo minuto a Cagliari ed è stato il migliore in campo. Due episodi diametralmente opposti. Facile pensare: Rossi era scarso e Verde fortissimo, ma non è così. Il giovane vive di momenti, di episodi, di fortuna (o sfortuna). Non c'è una strada sicura da percorrere: di sicuro, ciò che accomuna questi due ragazzi presi come esempio è il talento. Poi, che qualcuno gliela mandi buona. E di talenti in Italia ce ne sono, bisogna solo valorizzarli, crederci, rischiare, non usarli solo nelle emergenze. Il peso della responsabilità può essere deleteria. Walter Sabatini, ds della Roma, setaccia spesso il mercato estero: a volte arriva il talento (Paredes, Sanabria, Uçan e non solo), a volte la bufala (Nego, Tallo, Ferrante e non solo). Il settore giovanile dà sempre qualcosa, vedi Verde, l'emigrante Scamacca e per il futuro si intravede una luce, più di una. I fratelli di Verde ci sono, crescono, ma dovranno passare un po' di anni prima di accertarne il talento. E non solo nella Roma. Qualcosa di buono in Italia c'è e forse la Nazionale tra qualche tempo potrà attraverso loro cominciare il processo di resurrezione.



ROMANISTI E NON SOLO

Di Capradossi e Calabresi sentiremo parlare in futuro, giocano ancora nella Primavera della Roma (oggi impegnata negli ottavi del Viareggio contro il Palermo), che come noto non è allenante per la serie A. Hanno bisogno delle loro chance vere, non è detto che capiteranno in giallorosso. Stesso discorso vale per Palombi, Murgia e Guerrieri, punti di forza della Primavera della Lazio. L'occasione di mettersi in evidenza, invece, ce l'hanno avuta Romagnoli e Cataldi, il primo protagonista di un buon campionato nella Sampdoria, il secondo, reduce dal Crotone, sta trovando - dopo un infortunio pesante - continuità in biancoceleste solo adesso. Per non parlare di Rugani, già entrato nel giro della Nazionale approfittando della chance che la Juventus gli ha dato attraverso l'Empoli, di Zappacosta, terzino promettentissimo dell'Atalanta, di Biraghi del Chievo, di Baselli sempre atalantino, di Belotti del Palermo. Si attende il volo di Bonazzoli, il cui talento si è solo intravisto nell'Inter che ha pensato più a strizzare l'occhio all'estero e guardare meno in casa propria, cedendolo alla Samp. Parliamo di un '97, quindi più piccolo di un anno di Verde. Andiamo avanti: ecco altri nomi più o meno noti che profumano di talento: Murru, (Cagliari), Bianchetti (Spezia da Verona), Benassi (Torino), Garritano (Modena), Fedato (Sampdoria), Cerri (Lanciano) più il cagliaritano Cragno e l'ex romanista Verre. Cristante e Bernardeschi hanno storie diverse, ma sono due talenti puri: il primo è addirittura scappato dall'Italia (dal Milan) per provare a incontrare il suo futuro in Portogallo (nel Benfica), il secondo è da tempo un predestinato ma ora è fermo per infortunio e la Fiorentina ne risente. Insomma, in giro per l'Italia ce n'è. Ma con molta calma.