Nicola Rizzoli ha bocciato i varisti. Non tutti, ovviamente, ma quelli che nelle ultime due giornate hanno messo in discussione il sistema. Ultimo, l’internazionale Maresca che sabato sera a San Siro non ha richiamato all’on field review Piccinini, che aveva giudicato regolare l’abbraccio di Balogh su Perisic in Inter-Parma. Bocciato anche l’arbitro forlivese, ma sul banco degli imputati, ieri sera in collegamento con Sky Sport, il designatore ha puntato l’indice soprattutto contro l’arbitro napoletano. La settimana scorsa aveva già bocciato il varista di professione Nasca che non aveva corretto Giacomelli in Milan-Roma. San Siro, insomma, non fa bene a chi sta davanti al video per correggere un collega che sbaglia.
Le parole di Rizzoli (finalmente) spiegano come l’utilizzo del Var sia stato sì limitato, ma non soffocato del tutto. Le mancate on field review sono dovute alla “paura” di uscire dal protocollo, che ha reso la video assistant referee sempre meno assistant. Rizzoli ha pure rimandato Mazzoleni (altro “specializzato”) che aveva richiamato al video in Lazio-Bologna Irrati per un fallo commesso una manciata di secondi prima del gol, poi annullato, del Bologna. Il designatore ha invece definito corretta la decisione presa sabato sera da Banti, che non ha mandato al video Fabbri in una situazione pratiocamente identica. «Arbitrare meglio per usare il Var meno», è stato comunque il motto lanciato da Rizzoli, che ha ammesso le difficoltà che la classe arbitrale, «dopo una buona partenza», sta vivendo in questi ultimi due turni di campionato.
Difficoltà dovute all’impossibilità di fare raduni («fino alla scorsa stagione ne facevano 23-24 a campionato...») che rende difficile “fare lezione”, ora possibile solo via web, e gli allenamenti, limitati all’impegno individuale.