A visionare le immagini, dunque, non serviranno più tanti arbitri, ma pochi e magari sempre gli stessi, creando così la figura dell’arbitro Var (oltre che del tecnico Var, ruolo troppo spesso sottovalutato), con i pensionandi Mazzoleni - ieri già al video a Genova - Banti e Rocchi che anziché finire dietro una delle tante scrivanie di via Campania (e dintorni) potrebbero essere tra i primi ad affiancare Irrati, destinato ad essere il numero uno.
E che la strada imboccata sia questa è chiaro, oltre che inevitabile, viste anche le piccole-grandi sbavature che continuano a non far girare in modo uniforme il sistema Var. Nell’ultimo fine settimana ci sono stati altri esempi in questo senso, con tempi di attesa che in alcuni casi si sono dilatati oltre misura. Si è passati dai 30 secondi-1 minuto ai 3 o addirittura 4 minuti per ogni valutazione, con un ampliamento giustificabile solo da problemi tecnici o da scarsa attitudine al ruolo, anzi ai ruoli.
A proposito di quest’ultimi, Nicola Rizzoli sta dando tanto spazio ai direttori di gara della Can B, con un numero di esordi in A che mai si erano registrati in passato a questo punto della stagione. Segnale che per l’anno prossimo si potrebbe anche verificare un ritorno ad una sola Can (magari da affidare a Morganti, piuttosto che a Rizzoli che verrebbe dirottato alla gestione della Var) per evitare ai direttori di gara di prima fascia di “dormire sonni tranquilli” anche in caso di errore.
Oltretutto, se e il derby di Milano viene affidato come all’andata a Guida anziché ai soliti nomi (Rocchi, Orsato, Mazzoleni, Valeri, Banti...) è il segnale che la new generation arbitrale è già qui. Anche perché Guida ha diretto bene la sfida di San Siro, che gli ha dato parecchio da fare sul piano disciplinare. Una sola volta il Var Calvarese l’ha dovuto correggere, in occasione del rosso mostrato a Conti, riportato al giallo.
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