Valdano boccia il Var: «E' come un peccato originale del calcio»

Valdano boccia il Var: «E' come un peccato originale del calcio»
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Sabato 4 Luglio 2020, 18:38
«Ho visto la Var dal primo momento come un peccato originale del calcio, a cui mancavano solo la mela e il serpente». Jorge Valdano era intelligente col pallone tra i piedi, e applica ora la sua dote principale da calciatore anche al mestiere di narratore del calcio. Senza cedere a malinconici passatismi, va al succo del discorso sulla modernità e dà voce a quanti pensano che con la Var non sia più nemmeno calcio vero.

«Saltare senza aiutarsi con le braccia, oltre che essere ridicolo, è impossibile. Come tutto ciò che non è naturale», scrive l'ex attaccante argentino, campione del Mondo nell'86, su El Pais, di cui è commentatore. «Le braccia aiutano a staccare e a trovare un equilibrio. Una lieve spinta non è la stessa cosa di una spinta accidentale. Non importa: cartellini gialli per tutti. Inoltre, i giocatori non sanno cosa fare con le braccia all'interno dell'area, con gli arbitri e la Var in agguato».

«Per quanto riguarda i portieri, su un rigore, non possono staccare il piede dalla linea fino a quando la palla non parte - sottolinea l'ex attaccante dell'Argentina - Perché non possono volare verso un palo prima se una intuizione gli dice di farlo? Perché non rendergli ancora più difficile la vita legando una gamba a un palo con una corda, se possibile corta? Se i giocatori vengono lasciati in pace, il gioco verrà lasciato in pace».

«Ho sempre pensato al calcio come a un vecchio animale mitologico, con una sua natura primitiva e un'antica saggezza, in grado di scatenare passioni alte e basse - continua Valdano -. Questo glorioso mostro antico può andare d'accordo con la tecnologia, se si tratta di raccontare cosa succede durante una partita, in nessun caso se è invasiva, perché la tecnologia prende il sopravvento su tutto ciò che tocca. Per questo motivo, ho visto la Var dal primo momento come un peccato originale del calcio, a cui mancavano solo la mela e il serpente».

Secondo l'ex campione, l'introduzione dell'asisstente video dell'arbitro è stata «una collisione frontale tra il vecchio e il nuovo.
Tra la visione metrica di un gioco che si svolge in un campo di cento per settanta e l'aspirazione millimetrica di una tecnologia che arriva dove l'occhio umano non lo fa. L'esplosiva spontaneità dopo un gol contro un urlo differito, autorizzato da una macchina. Poiché è troppo tardi risolvere tutto con un martello, speriamo che almeno si risolva in fretta».
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