Torre Angela, Ciani e il magic moment:
«Vogliamo vincere, possiamo farlo»

Torre Angela, Ciani e il magic moment: «Vogliamo vincere, possiamo farlo»
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Giovedì 3 Dicembre 2015, 16:00
Il Torre Angela sembra davvero in un momento magico. Non bastassero le pazzesche imprese della prima squadra che milita in Seconda categoria (domenica contro la Roman per la squadra di mister Maurizio Sacconi è arrivato il nono successo in altrettante partite di campionato), il club capitolino è orgoglioso per il bel cammino fatto fino a questo punto dai Giovanissimi provinciali fascia A di mister Danilo Ciani. Nell’ultimo turno il Torre Angela ha piegato per 2-1 la Lepanto Marino presso l’impianto amico di via Amico Aspertini al termine di un match sempre condotto dai padroni di casa, ora primi in classifica nel girone G. «Siamo andati in vantaggio con Cruz nel corso della prima frazione – racconta mister Ciani -, poi nella ripresa abbamo realizzato il raddoppio con Trifici (capocannoniere del gruppo capitolino con undici reti), mentre il gol degli avversari è arrivato nei minuti di recupero. E’ stata una partita praticamente perfetta, sono molto soddisfatto della prestazione dei ragazzi sotto tutti i punti di vista». Il Torre Angela primo in classifica sembra non sorprenderlo. «Siamo partiti con ambizioni di vertice perché crediamo nelle potenzialità di questo gruppo: stiamo dimostrando sul campo di meritare il primato, finora abbiamo sbagliato una sola partita» spiega Ciani che già guarda al prossimo impegno dei suoi ragazzi. «Giocheremo sul campo del Tor Vergata, una squadra di metà classifica che però ha messo in difficoltà il Divino Amore che è attualmente secondo. Dobbiamo andare lì per cercare il risultato pieno, ma facendo attenzione». Il tecnico è strettamente legato al club del presidente Roberto Ciani e del vice presidente nonché direttore sportivo Fabrizio Ciani: allena da sei stagioni all’interno del Torre Angela e ora ha questa “responsabilità” di provare a regalare una categoria regionale alla sua società. «Non sento la pressione e non la devono sentire i ragazzi: l’importante è andare in campo cercando di divertirsi, la prestazione è una naturale conseguenza».