Torino-Benevento noia e 1-1, giallorossi in pullman per 12 ore, per punizione. Inzaghi dignitoso

Torino-Benevento noia e 1-1, giallorossi in pullman per 12 ore, per punizione. Inzaghi dignitoso
di Vanni Zagnoli
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Domenica 23 Maggio 2021, 23:20 - Ultimo aggiornamento: 23:22

Torino-Benevento è stata una gara particolare, doveva essere decisiva per la salvezza, se Lazzari non avesse colto il palo allo scadere, in Lazio-Torino, se Immobile prima non avesse fatto la stessa cosa, su rigore.

Il presidente Urbano Cairo era riuscito a evitare di affrontare la Lazio senza molti titolari all’epoca con il covid, il recupero è stato rimandata per renderlo meno decisivo per l’avversaria. In serie B, Cairo aveva ottenuto un successo a tavolino, a Padova, poi decisivo, per un blackout allo stadio Euganeo, un decennio fa.

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Il presidente Oreste Vigorito ha punito i giallorossi, che erano già salvi, a metà stagione, e sono retrocessi, viaggio in pullman, da Benevento, anzichè in treno o in area, la squadra di Pippo Inzaghi non era male, una volta di più emergono i limiti in serie A del tecnico di Piacenza.

Sul campo, dunque, non c’è pathos, mancano le tensioni di Lazio-Torino, della coda Immobile-Cairo, gli stregoni si preparano al ritorno in serie B, inseguiranno la terza promozione, sperando poi di aprire un ciclo, in A.

Il ds Pasquale Foggia è in discussione, Inzaghi pure, si vedrà. Al Grande Torino succede poco, a lungo, manovre orizzontali, inutili, in una partita inutile, con il Benevento terzultimo e i granata che non fanno la corsa sul Cagliari, per recuperare una posizione. L’ex Glik si fa vivo, in avvio, il Benevento gioca, fa girare palla ma senza occasioni, il Toro aspetta, stanco della rincorsa e mortificato dalle ultime tre prestazioni, nonostante la salvezza.

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Servono 24’ per un tiro torinista, di Mandragora, deviato. La noia è mortale, si gioca per qualche milione di euro per il Torino, in base al piazzamento finale, appunto. Il ds Fabio Vagnati non ha cambiato la storia, la salvezza è stata sofferta come nella precedente stagione, vanno rivalutati i lavori di Moreno Longo e Mazzarri, che arrivò in Europa, ma neanche è detto che le cose sarebbero andate tanto peggio con Marco Giampaolo, peraltro aspettato per l’intero girone d’andata, nel suo progetto tecnico.

Il Torino vince solo 7 gare su 38, in stagione, ai tifosi non basta, da anni, sono esausti. Solo consolati dall’uscita a vuoto di Manfredini, secondo portiere, Bremer di testa appoggia nel sacco, su angolo da destra di Verdi. Il difensore è al quinto gol, è il terzo cannoniere societario, in una squadra che segna comunque poco.

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Di Serio replica per i bianchi, due volte, il match si trascina con rari momenti interessanti, è come un’amichevole estiva. Il belga Foulon, 22 anni, si industria a sinistra, fra gli stregoni, ma è ancora il Toro a essere insidioso, con Verdi, conclusione alta.

Nella ripresa il 2-0 è di Sanabria, facile, ma in fuorigioco. Serve un’uscita di Ujkani, per evitare rischi di parità. Il Benevento non dispiace, raramente ha deluso, come gioco, è fragile e comunque mediamente poco pericoloso, insomma da serie B, da ambizioni limitate, comunque dignitoso.

Zaza è in ribasso, lontano dalla nazionale, calcia fuori, è discontinuo e non sempre motivato. Attacca il Torino, le streghe aspettano e pastrocchiano, è successo spesso, in stagione, per questo il presidente Vigorito è risentito.

Si susseguono i cambi, fra gli sbadigli, anche senza covid sarebbero stato poche migliaia, gli spettatori. 

Improvviso, a 19’ dalla fine, giunge l’1-1, Letizia a sinistra supera Singo, Andres Tello stacca su Ansaldi, esulterà mostrando il parastinchi della Colombia.

Entra Belotti, si gira e calcia centralmente, Manfredini respinge.

Il Toro riprende ad attaccare, Singo in acrobazia coglie la traversa. Si giochicchia, anche nei 4’ di recupero. Stagione da 5 per entrambe, complessivamente, con qualche punta emotiva, come il successo del Benevento allo Juve stadium.

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