Torino-Benevento è stata una gara particolare, doveva essere decisiva per la salvezza, se Lazzari non avesse colto il palo allo scadere, in Lazio-Torino, se Immobile prima non avesse fatto la stessa cosa, su rigore.
Il presidente Urbano Cairo era riuscito a evitare di affrontare la Lazio senza molti titolari all’epoca con il covid, il recupero è stato rimandata per renderlo meno decisivo per l’avversaria. In serie B, Cairo aveva ottenuto un successo a tavolino, a Padova, poi decisivo, per un blackout allo stadio Euganeo, un decennio fa.
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Il presidente Oreste Vigorito ha punito i giallorossi, che erano già salvi, a metà stagione, e sono retrocessi, viaggio in pullman, da Benevento, anzichè in treno o in area, la squadra di Pippo Inzaghi non era male, una volta di più emergono i limiti in serie A del tecnico di Piacenza.
Sul campo, dunque, non c’è pathos, mancano le tensioni di Lazio-Torino, della coda Immobile-Cairo, gli stregoni si preparano al ritorno in serie B, inseguiranno la terza promozione, sperando poi di aprire un ciclo, in A.
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Servono 24’ per un tiro torinista, di Mandragora, deviato. La noia è mortale, si gioca per qualche milione di euro per il Torino, in base al piazzamento finale, appunto. Il ds Fabio Vagnati non ha cambiato la storia, la salvezza è stata sofferta come nella precedente stagione, vanno rivalutati i lavori di Moreno Longo e Mazzarri, che arrivò in Europa, ma neanche è detto che le cose sarebbero andate tanto peggio con Marco Giampaolo, peraltro aspettato per l’intero girone d’andata, nel suo progetto tecnico.
Il Torino vince solo 7 gare su 38, in stagione, ai tifosi non basta, da anni, sono esausti. Solo consolati dall’uscita a vuoto di Manfredini, secondo portiere, Bremer di testa appoggia nel sacco, su angolo da destra di Verdi. Il difensore è al quinto gol, è il terzo cannoniere societario, in una squadra che segna comunque poco.
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Di Serio replica per i bianchi, due volte, il match si trascina con rari momenti interessanti, è come un’amichevole estiva. Il belga Foulon, 22 anni, si industria a sinistra, fra gli stregoni, ma è ancora il Toro a essere insidioso, con Verdi, conclusione alta.
Nella ripresa il 2-0 è di Sanabria, facile, ma in fuorigioco. Serve un’uscita di Ujkani, per evitare rischi di parità. Il Benevento non dispiace, raramente ha deluso, come gioco, è fragile e comunque mediamente poco pericoloso, insomma da serie B, da ambizioni limitate, comunque dignitoso.
Zaza è in ribasso, lontano dalla nazionale, calcia fuori, è discontinuo e non sempre motivato. Attacca il Torino, le streghe aspettano e pastrocchiano, è successo spesso, in stagione, per questo il presidente Vigorito è risentito.
Si susseguono i cambi, fra gli sbadigli, anche senza covid sarebbero stato poche migliaia, gli spettatori.
Improvviso, a 19’ dalla fine, giunge l’1-1, Letizia a sinistra supera Singo, Andres Tello stacca su Ansaldi, esulterà mostrando il parastinchi della Colombia.
Entra Belotti, si gira e calcia centralmente, Manfredini respinge.
Il Toro riprende ad attaccare, Singo in acrobazia coglie la traversa. Si giochicchia, anche nei 4’ di recupero. Stagione da 5 per entrambe, complessivamente, con qualche punta emotiva, come il successo del Benevento allo Juve stadium.