«Ma saranno accettati anche quelli che provengono da zone limitrofe – dice Testa – Perché il nostro vuole essere un esperimento che riprende un usanza, praticata dal Tor di Quinto dal 1946 al 2007. Confermiamo con questa nuova iniziativa la nostra caratterista sociale che è stata sempre uno dei nostri fiori all’occhiello. In questo momento di difficolta delle famiglie abbiamo scelto questa strategia per permettere ai ragazzi di praticare lo sport più bello del mondo e divertirsi, in un ambiente idoneo e qualificato. Per questo motivo non sarà chiesto alcun contributo economico alle famiglie». Per guidare il progetto la società di via del Baiardo metterà a disposizione uno staff di tecnici e consulenti di prima qualità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA