Tifosi, Sarri e club uniti: «Giù le mani dalla Lazio»

Tifosi, Sarri e club uniti: «Giù le mani dalla Lazio»
di Alberto Abbate
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 21 Luglio 2021, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Un inno della Lazio dovrebbe cancellare questa brutta storia: «Su c’è il Maestro che ce sta a guardà». Povero Tommaso, allenatore partigiano, si sarà rivoltato nella tomba a vedere quello striscione, esposto e rimosso lunedì sera su un ponte a Saxa Rubra: «Hysaj verme. La Lazio è fascista». Ennesima esibizione ultrà di chi, dopo il canto «Bella Ciao» del terzino alla cena di squadra, non vuole fargliela passare liscia. Eppure esiste ancora vita sana su questa terra, ecco la contro-sommossa. La stragrande maggioranza dei sostenitori biancocelesti non ci sta più a fare questa figuraccia in giro per l’Italia e per l’Europa. Così ora sui social divampa l’hastag #iostoconhysaj, s’invocano manifestazioni allo stadio e l’esposizione della squadra: «Tutti i compagni devono intonare Bella Ciao, non rimuovere i video della festa. Il club metta tutto l’anno sui tabelloni a bordocampo la scritta ‘antifascista’». E poi arriva anche l'altro striscione, quello della solidarietà al nuovo giocatore, un semplice «Daje Hysaj» a dimostrare ancora di più che il tifo biancoceleste è altro. Non basta più la vecchia regola dell’indifferenza, così anche la seconda reazione della Lazio è molto più dura: «La società condanna fermamente il vergognoso striscione contro Hysaj. Non è il primo episodio di questo tipo e noi non saremo mai dalla parte di chi nega i valori dello sport. Siamo senza indugio invece dalla parte del nostro atleta e di tutti gli altri calciatori impegnati in queste settimane nel ritiro precampionato. Prendiamo nettamente le distanze da chi vuole strumentalizzare per fini politici questa vicenda che danneggia la squadra, tutti i tifosi laziali e la società. Non ci faremo intimidire da chi usa toni violenti e aggressivi: per loro non c’è alcuno spazio nel nostro mondo che invece è ispirato ai sani valori sportivi della lealtà e della competizione, del rispetto reciproco e della convivenza civile ed indirizzato al superamento di tutti gli steccati di carattere sociale, culturale, economico e razziale». 


IL MAU PENSIERO
Anche Sarri aveva chiesto un intervento, è stato accontentato. Lui, comunista dichiarato, per fortuna sta vivendo questa brutta vicenda con raziocinio. Parecchi laziali temono che il sogno di avere finalmente un allenatore di questo calibro possa essere spezzato da questo putiferio, ma Maurizio non è un novello del calcio e quindi nemmeno del suo peggior risvolto. Era infastidito e sconcertato sopratutto per l’irruzione della delegazione ultrà di sabato ad Auronzo, aveva lasciato il ristorante da un’uscita secondaria per non essere messo in mezzo. Il giorno dopo Lotito gli ha raccontato le sue battaglie contro gli estremismi da quando, il 19 luglio del 2004, ha messo piede alla Lazio. Domani tornerà in ritiro, ma intanto anche Tare (rimasto sempre al suo fianco) ci ha parlato e lo ha rasserenato. Sarri non ha intenzione di creare altro baccano, invoca la massima coesione dei tifosi per proseguire al meglio il suo lavoro. 
REAZIONI DI CONDANNA
Ieri lo storico radiocronista dell’ultimo scudetto, Riccardo Cucchi, ha voluto dire la sua sullo spiacevole episodio: «La Lazio non è fascista e, per gruppi isolati, nella storia ha già pagato un prezzo molto caro, come per l’episodio di Di Canio. Io sono laziale e Hysaj può cantare quello che vuole. La condanna è per quelli che non sono tifosi, ma solo estremisti fascisti per quello che hanno detto». Solidarietà al terzino su twitter («Roma è antifascista») anche da Roberto Gualtieri, candidato sindaco. 
ADDIO AL MANAGER
Da un caso a un altro interno.

Manca solo l’ufficialità, ma Peruzzi ha fatto la sua scelta sofferta. Oggi il club manager si presenterà a Formello per siglare la rescissione del suo contratto (in scadenza in realtà fra un anno con opzione sino al 2023) dopo aver ricevuti tutti i premi relativi alla qualificazione in Europa. Ha già chiamato il segretario Calveri per avere tutti i moduli e apporre la sua firma. Purtroppo, non si sana il rapporto con la società ed è questo il retroscena: due giorni prima della presentazione di Sarri, c’era stata una telefonata fra Angelo e Lotito, in cui l’ex portiere aveva chiesto la massima autonomia nel settore di sua competenza senza dover fare mille passaggi per imporre la sua autorità. Peruzzi si aspettava dal presidente una risposta, che non è mai arrivata. Poco ha potuto Sarri, che aveva sentito il club manager tre volte al telefono e sperava di riaverlo il prima possibile nel suo staff. Al momento Lotito non sostituisce la sua figura, ma non esclude in un futuro prossimo novità. Parolo esclude la sua candidatura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA