Caso tamponi: la procura preleva il dna di Leiva, lunedì toccherà a Immobile

Caso tamponi: la procura preleva il dna di Leiva, lunedì toccherà a Immobile
di Alberto Abbate
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Sabato 10 Aprile 2021, 07:30

Ora è pure una sfida con se stesso. Immobile, per otto giornate consecutive di campionato, non è mai rimasto a secco. E’ a sette di digiuno, fermo al quattordicesimo gol dal 7 febbraio, a Verona vuole sbloccarsi a ogni costo. L’ultima volta si portò il pallone dal Bentegodi con due rigori e un fantastico destro a giro, nel 5-1 del 26 luglio. Può e deve festeggiare questo benedetto centocinquantesimo centro. Poi dopodomani dovrà tornare a casa, ma non sarà una rimpatriata di gradimento. Lunedì 12, in una struttura di Napoli, Ciro e Strakosha effettueranno il prelievo di Dna richiesto dalla Procura della Repubblica d’Avellino. Non era stato possibile effettuarlo lo scorso 1 aprile (entrambi impegnati con le Nazionali), quando invece è stato prelevato a Leiva in gran segreto. Il pm D’Onofrio prosegue infatti le sue indagini preliminari sulla questione tamponi e, nonostante solo il portiere albanese sia risultato alla perizia positivo, continua a sospettare che il laboratorio Futura Diagnostica abbia utilizzato materiale non appartenente ai tre giocatori nello specifico. 
DUE RICORSI
Nell’inchiesta ordinaria, occorre sottolinearlo, non è indagata la Lazio. Pronta invece a difendersi dalla sentenza di condanna di primo grado (al momento slegata da Avellino) in ambito sportivo. Martedì verrà consegnato il ricorso alla Corte d’Appello.

Dopo le motivazioni del Tribunale Federale, in particolare Lotito punta a ottenere la riduzione, se non addirittura l’assoluzione, dei 7 mesi d’inibizione per l’«omessa vigilanza» sullo staff medico. Dovrà vedersela però col tenace giudice Torsello, così come i medici Rodia e Pulcini (squalificati a testa un anno) non affatto rassegnati alle dure parole sui loro obblighi di comunicazione alle Asl: «Spettava al laboratorio». Bocciata in prima istanza anche la tesi biancoceleste sull’inefficacia del Protocollo Figc non approvato dal Coni «perché non ha affatto modificato il Codice di Giustizia Sportiva, limitandosi a richiamare le sanzioni applicabili in caso di violazioni dello stesso». Eppure dal Coni emergono dubbi al riguardo e questa rimarrebbe dunque un’arma per la Lazio per far decadere tutto, almeno nell’ultimo giudizio di fronte al Collegio. Al quale ha deciso alla fine di rivolgersi ufficialmente Lotito per provare ancora ad ottenere anche il 3 a 0 a tavolino col Torino, nonostante lo stesso organo abbia creato il precedente di Juve-Napoli negativo: «Non ci tocca l’eventuale data del recupero (19 maggio, ndr) – assicura l’avvocato Gentile – perché per noi non va rigiocata la gara del 2 marzo».

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