Super Bowl, Brady e la notte dei giganti per diventare leggenda

Super Bowl, Brady e la notte dei giganti per diventare leggenda
di Gianluca Cordella
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Domenica 3 Febbraio 2019, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 17:43
In tutti gli sport del mondo il dibattito su chi sia o sia stato il più forte interprete di tutti i tempi anima serate al pub tra amici sportmaniaci o dibattiti di esperti in tv. In tutti gli sport tranne che in uno, il football americano, dove il giocatore più forte di tutti i tempi l’acronimo Goat (greatest of all time) se l’è preso come soprannome. E stanotte giocherà ad Atlanta il suo nono Super Bowl, provando a centrare quel sesto successo che lo consegnerebbe ancor più, se possibile, alla leggenda. Ecco a voi, Tom Brady, quasi 42 anni, 18 dei quali con il destino dei New England Patriots nelle mani. Il quarterback più invidiato del mondo - una carriera da sogno e una famiglia da favola, a cominciare dalla bellissima moglie Gisele Bundchen - quando in Italia sarà passata da poco la mezzanotte guiderà i Pats nella 53ª edizione della sfida delle sfide, questa volta contro i Los Angeles Rams del rivale a distanza Jared Goff.
Boston contro Los Angeles, il sale dello sport americano. Tanto più, poi, che i Patriots il loro primo titolo in Nfl lo hanno vinto nel febbraio 2002, proprio contro i Rams. In campo c’era già Brady, che portava a casa anche il titolo di Mvp, e in panchina già sbraitava l’allora 49enne Bill Belichick. I loro avversari di oggi, Goff e coach McVay, avevano rispettivamente 7 e 16 anni. Insomma metterla sul piano della solidità dell’esperienza contro la sfrontatezza della gioventù è fin troppo facile ma anche esageratamente riduttivo. Perché in fin dei conti, la squadra più dotata di talento complessivo è proprio quella losangelina e Brady per fare miracoli avrà bisogno più che mai del supporto dei suoi: un anno fa, contro Philadelphia, il qb uscito dall’Università del Michigan giocò forse il suo miglior Super Bowl (505 yards lanciate, 3 mete, nessun intercetto) ma non bastò. Tom è già riuscito a ribaltare le sorti di una stagione che non aveva nella logica dei propri piani la presenza di New England nella sfida per il titolo. Stanotte dovrà telecomandare il pallone per sognare il record e il gran finale di carriera alla Payton Manning, che lasciò 40enne nel 2016 dopo il titolo vinto con Denver. Ammesso che il Goat, e questo è tutto da vedere, abbia davvero intenzione di lasciare.
LO SHOW
Come al solito sono centinaia i motivi di interesse extrasportivi intorno alla gara che negli States monopolizza 13 delle prime 15 posizioni degli show più visti in tv. Oltre al concertone dell’intervallo, che quest’anno sarà affidato ai Maroon5, spicca la presenza di due ragazzi tra le cheerleader: Quinton Peron e Napoleon Jinnies, ballerini professionisti, fanno da apripista a una rivoluzione culturale più che mai necessaria ora che il cheerleading studia da disciplina olimpica.
In tv: diretta dalle 00.30 su RaiDue e Dazn
 
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