Per ora non si fa. Dzeko rimane a Roma, Sanchez a Milano. Guai però a dare la trattativa per morta. Perché mancano ancora tre giorni alla chiusura del mercato e la stessa vicenda ha dimostrato come il colpo di scena sia sempre dietro l’angolo. Senza contare che la Roma è in grave difficoltà nella gestione di un caso che di ora in ora diventa sempre più complicato. Internamente ed esternamente. Al momento, però, se l’Inter non proporrà una modalità diversa, la Roma si fermerà qui cercando, a mercato chiuso, di ricomporre la frattura tra Fonseca e il suo attaccante. Non facile ma nemmeno impossibile vista la posta in palio (la qualificazione in Champions). Il problema emerso sin da giovedì tra i due club riguarda la differenza tra gli ingaggi dei giocatori: i due guadagnano infatti più meno la stessa cifra al netto (Dzeko 7,5 milioni, 7 Sanchez). Nel caso del cileno, però, i nerazzurri (che non hanno la possibilità di effettuare investimenti, essendo in corso la due diligente della Bc Partners) possono usufruire dello sconto sulle tasse (detrazione del 50% sul reddito imponibile) previsto dal decreto crescita. Di conseguenza, lo stipendio del cileno che al lordo lievita 9,1 milioni, crea un risparmio per chi lo deve pagare pari a 2 milioni. Che la Roma avrebbe dovuto colmare o attraverso il cash oppure prendendo in prestito un altro calciatore (Pinamonti o Radu) che avrebbe così coperto con l’ingaggio i 2 milioni mancanti. Dopo una nottata di consultazioni interne, a Trigoria (anche per un indice di liquidità al limite) hanno deciso, almeno per adesso, d’interrompere la trattativa. Con il like al volo di capitan Pellegrini, su Instagram, per festeggiare la fumata nera.
FRENATA
Che i pezzi dovessero trovare l’incastro giusto, si era già intuito dalle parole di Antonio Conte in conferenza stampa poco prima dell’ora di pranzo: «Chiarisco che non ho chiesto nulla alla proprietà. Se qualcuno accosta Dzeko all’Inter per una mia volontà è lontano anni luce dalla realtà.