Taglio stipendi, l'accordo tra club non piace ai calciatori: «Una follia, a pagare siamo solo noi»

Caos sugli stipendi, il club trovano l'accordo per trattare ma per i calciatori è una "follia"
di Emiliano Bernardini
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Martedì 7 Aprile 2020, 07:30

Presidenti tutti d’accordo. Alleluja. Non accadeva da tempo immemore. Ma quando si parla di risparmiare anche gli opposti finiscono per attrarsi. Duro, invece, il sindacato che respinge con forza la proposta definita «Vergognosa». Non poteva essere altrimenti. Scontato, ci sarà da trattare. Ieri sono state approvate all’unanimità le linee guida sul taglio dei compensi a calciatori, allenatori e tesserati. Si badi bene che questo deve riguardare solo la prima squadra, visto che qualcuno vorrebbe estenderlo anche alle giovanili. Una formula quella elaborata dal presidente di Lega, Paolo Dal Pino e dall’ad Luigi De Siervo che ha compattato i vari presidenti (non è stato facile). Tutti, escluso Andrea Agnelli che un’intesa con i suoi giocatori l’ha trovata da solo qualche tempo fa. Qualche piccola frizione anche con il numero uno del Napoli, Aurelio De Laurentiis che ha minacciato di non firmare. Non perché non fosse d’accordo ma perché non voleva che nel comunicato fossero messe le cifre dell’eventuale perdita di sistema, sostenendo che avrebbero potuto creare un danno di immagine. Alla fine l’ha spuntata. 

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DAL 33% AL 17%
Cosa prevede l’accordo? E’ leggermente peggiorativo rispetto a quello trovato dalla Juve. Una riduzione di un terzo (ossia il 33%, quattro mensilità omnicomprensive) della retribuzione totale annua lorda se non si riprenderà l’attività, e di un sesto (17%, due mensilità medie) se nei prossimi mesi si completerà la stagione. I bianconeri hanno un minimo di un mese e mezzo. Nel computo del taglio verranno inclusi anche i premi. Questa è una base di massima da cui partire per la contrattazione. Va sottolineato che ogni club lo farà in maniera privata. Tradotto qualcuno potrebbe accordarsi su una cifra inferiore. L’Atalanta, ad esempio, con i soldi della Champions sta già pensando ad un taglio più basso. La Roma ad una sola mensilità con i tre stipendi restanti pagati dopo il 1 luglio (spalmati entro la conclusione dei rispettivi contratti). Anche il Milan sta trovando una formula più generosa. Il Napoli (c’è già un contenzioso con i calciatori) vuole applicare l’accordo alla lettera. Nei prossimi giorni si dovranno definire meglio alcuni aspetti. Ad esempio come ci si comporterà con gli allenatori esonerati? Inter e Juve come si faranno con Spalletti e Allegri? Si vedrà. 

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L’ACCUSA
Ora l’importante era fare un’associazione di categoria. I club senza entrate non sono più in grado di garantire uscite. Tagliare è di vitale importanza. L’accordo, che come detto, non è affatto piaciuto all’Aic. «È una proposta vergognosa e irricevibile. È chiara l’indicazione che si vuol far pagare solo ai calciatori gli eventuali danni della crisi» ha attaccato il vicepresidente Umberto Calcagno. Subito dopo è stato il numero uno Damiano Tommasi a rincarare la dosa: «Se le società di serie A si devono trovare in assemblea per dire che non pagheranno gli stipendi, quando in realtà a tu per tu con i giocatori i singoli club stanno cercando accordi di buon senso, è molto preoccupante». E poi ancora: «Gli stessi presidenti che vorrebbero decidere la sospensione degli emolumenti hanno mandato in campo le squadre fino al 9 marzo, fatto allenare i calciatori fino alla metà di marzo e tuttora monitorano e controllano gli allenamenti individuali svolti secondo le direttive dello staff tecnico». Ora bisognerà capire quanto i presidenti avranno polso in questa situazione. Già oggi si capirà. 

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