Torino-Lazio, sfida tra opposti: da Cairo a Lotito passando per l'incubo retrocessione e il sogno scudetto

Torino-Lazio, sfida tra opposti: da Cairo a Lotito passando per l'incubo retrocessione e il sogno scudetto
di Emiliano Bernardini
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Martedì 30 Giugno 2020, 07:30

Sogno scudetto e incubo retrocessione. Lazio e Torino guardano al futuro con occhi e ambizioni opposte. Quella di questa sera è una partita che vale molto più dei tre punti in palio. E’ piuttosto un confronto tra mondi diversi. Tra presidenti agli antipodi. Anche se spesso gli estremi si toccano. Lotito-Cairo è stato il duello che ha tenuto banco per tutto il lockdown. Il primo che faceva il diavolo a quattro per ripartire e il secondo che brigava in tutti i modi per chiudere il campionato. Una battaglia fatta di accuse e repliche. Di articoli e frecciate. Ha vinto Claudio ma ora Urbano vuole vendicarsi. Sul campo. Magari togliendo punti vitali ai biancocelesti per la corsa al titolo. E che sarebbero linfa vitale per i granata a soli 6 punti dal terzultimo posto. 
SOTTO-SOPRA
Agrodolce la ripresa della Lazio. Il ko di Bergamo ha regalato altri tre punti di vantaggio alla Juventus capolista. La vittoria in rimonta contro la Fiorentina però ha permesso di non lasciar scappare Sarri, di ritrovare il sorriso e soprattutto cementare la consapevolezza che la squadra di Inzaghi ha carattere. Certo pesano le assenze prolungate e la panchina ridotta all’osso. Simone dovrà fare affidamento sulla vena dei suoi top player e sulla fame di chi gioca poco. Più che altro dovrà essere fine stratega per centellinare le forze. Situazione difficile, invece, per il Torino che ha conquistato appena 4 punti nelle 3 partite della ripresa. La sconfitta contro il Cagliari ha riportato alla luce difetti e paure. Oggi servirà un’impresa per battere una Lazio lanciatissima. Il divario tra le due squadre è notevole e il 4-0 dell’andata ne fu la dimostrazione. Quella sconfitta fu probabilmente anche l’inizio della fine dell’avventura di Walter Mazzarri. Al suo posto è arrivato Moreno Longo.
RITORNO AL PASSATO
Destini incrociati per i due tecnici. Un’altra sfida nella sfida tra Longo e Inzaghi, anche se quest’ultimo non potrà sedere in panchina (rosso contro la Fiorentina). Un percorso fatto quasi di pari passo: nel 2014 hanno preso insieme il patentino Uefa Pro. Stessa leva, il 1976. Caratteri miti e stessa voglia di emergere. Puntano molto sui giovani. Non a caso è proprio guidando la Primavera che si sono messi in luce. Nel 2015 Longo soffiò lo scudetto a Inzaghi ai rigori. La stagione successiva, ai supplementari gli portò via anche la Supercoppa Italiana. Poi però le strade presero bivi differenti. Longo si è fatto le ossa in serie B. E ora ecco l’occasione per dimostrare di essere diventato anche lui grande. Certo in palio non c’è lo scudetto ma una salvezza che può valere tanto lo stesso. Simone, invece, è rimasto alla Lazio. Promosso da Lotito nel 2016 per sostituire in corsa Pioli. Ha trasformato la squadra e il modo di pensare. E ora insegue un tricolore che lo lancerebbe tra gli immortali del firmamento biancoceleste. «Serve la testa. I miei ragazzi hanno dimostrato di avere anche voglia e cuore. Ma il nostro obiettivo resta la Champions» ha voluto sottolineare il tecnico biancocleste. 
PER LA STORIA
Simone cerca i tre punti per restare in scia della Juve ma anche per tagliare un altro traguardo. Vincendo infatti arriverebbe a quota 107 successi e supererebbe in vetta il suo maestro Eriksson. Inzaghi vuole fare la storia. 

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