Lazio, lo scudetto sotto voce. Niente proclami ma nessuna resa: il patto tra il gruppo e Inzaghi

Lazio, lo scudetto sotto voce. Niente proclami ma nessuna resa: il patto tra il gruppo e Inzaghi
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 6 Luglio 2020, 07:30
La notte della Lazio all’Olimpico è scivolata via tra silenzi e parole d’incoraggiamento. Il 3-0 contro il Milan è stato una mazzata, non c’è dubbio ma nessuno tra i giocatori vuole arrendersi. Normale che la sconfitta abbia riportato tutti con i piedi per terra ma niente è impossibile. Inzaghi si è limitato a dire poche cose nello spogliatoio. Oggi parlerà al gruppo. D’altronde il ko è stato un mix di assenze e condizione fisica. A ridestare la voglia dei biancocelesti ci ha pensato Immobile che ha parlato alla squadra. E’ leader riconosciuto e carismatico. Non vuole mollare il sogno. Si sente il peso sulle spalle. Già a Torino, all’intervallo, aveva buttato tutto all’aria per i due gol divorati. Solo l’intervento di Milinkovic era riuscito a calmarlo. E così ieri notte ha spronato tutti: «Sempre orgoglioso di voi. A testa altissima!». Ciro era anche arrabbiatissimo con l’arbitro Calvarese. L’aveva palesato già durante la partita urlando dalla tribuna. Lo ha ripetuto anche nello spogliatoio. 

IL DISCORSO
Prima di uscire dallo stadio la squadra si è guardata ancora una volta negli occhi. L’ha fatto nello spazio a loro riservato nella pancia della Tribuna Monte Mario. Obbligatorio tenere alto il morale per non crollare. Ieri, a Formello, il patto di squadra è stato rinsaldato: «Crediamoci fino alla fine. Nulla è perso». E una nuova spinta è arrivata anche dal ko dell’Inter che resta a -4. Ora il calendario torna ad essere amico. Prima dello scontro diretto con la Juve la Lazio avrà tre partite semplici, almeno sulla carta: Lecce, Sassuolo e Udinese. Più in salita per i bianconeri che sfidano Milan, Atalanta e Sassuolo. E’ qui che i biancocelesti sperano di rosicchiare punti per tornare in corsa e giocarsi tutto il 20 luglio allo Stadium. Impresa complicata, ma non impossibile. Alla stessa giornata nel girone d’andata i punti di distacco erano addirittura 8, ridotti a 3 dopo lo scontro diretto. E poi c’è il precedente della stagione 1999-2000. E di quella storia Inzaghi ha scritto una parte importante. Allora i punti di distacco erano 9. Anche quell’anno c’era di mezzo il Milan e uno scontro diretto che risulterà decisivo. E’ vero che quella era un’altra Lazio ma l’attuale ha un gruppo granitico che non ha nessuna voglia di risvegliarsi dal sogno. Vogliono scrivere una nuova favola. Ecco perché oggi Inzaghi parlerà alla squadra sigillando un patto sotto voce. Prendiamoci la Champions ma non molliamo lo scudetto. 

MEDICO CONTRO NUTRIZIONISTA
Fondamentale ritrovare energie. Quelle che sembrano aver un po’ abbandonato i biancocelesti. D’altronde giocare tre gare a settimana con un rosa ridotta all’osso non è semplice per nessuno. Secondo il responsabile medico Pulcini, però certi cali fisici sarebbero da imputare al nuovo nutrizionista Iader Fabbri: «Le bevande “energetiche” sono importanti e utili, ma non deve essere un “bibitaro” a prepararle. Altrimenti si ottiene l’effetto contrario....» ha attaccato su facebook. L’accusa è che i gel energetici industriali fatti bere prima e nell’intervallo della gara creino uno scompenso della “calma insuleminica” indebolendo di fatto i calciatori. «Questione d’invidia» la risposta piccata di Fabbri. Sull’episodio è intervenuta con durezza la società. Ora serve l’unione.
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