Spalletti, in Champions il fallimento è servito

Spalletti, in Champions il fallimento è servito
di Salvatore Riggio
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Mercoledì 12 Dicembre 2018, 11:52
A vedere oggi quello che è successo, la mente non può non andare alla gara di Wembley del 28 novembre, quando a Londra l'Inter aveva giocato senza determinazione, grinta, «garra». L'eliminazione dalla Champions nasce in Inghilterra, in casa del Tottenham. Un'Inter, che aveva dato la sensazione di accontentarsi del pareggio, era invece tornata a casa con una sconfitta pesantissima. Il risultato era stato il peggiore di tutti: non avere più in mano il proprio destino. Dipendere dagli altri non è mai un bene e i nerazzurri si erano tuffati, a causa del gol di Eriksen a 8' dalla fine, in quella maledetta situazione. Con tanto di discussioni sull'etica professionale o meno del Barcellona e con tanto di punzecchiatura dello stesso Ernesto Valverde che quella gara di Wembley l'aveva ricordata, eccome, alla vigilia dell'ultima partita dei suoi blaugrana contro il Tottenham. Al di là di quello che è successo in Catalogna, al Camp Nou, resta poi il fatto che questa Inter non è riuscita a vincere nemmeno contro il Psv, già eliminato, a San Siro. Uno stadio sì pieno (più di 62mila spettatori), ma con un'atmosfera un po' rassegnata. Se poi a tutto questo aggiungiamo le scelte di Spalletti (Candreva non era titolare dal 24 ottobre), gli errori sciagurati di Asamoah, le prestazioni nefaste di Brozovic, Borja Valero e Perisic e il cambio Politano-Vrsaljko, ecco che allora si spiega la cocente eliminazione dell'Inter dalla Champions. Una qualificazione buttata via per come si erano messe le cose all'inizio. A partire dalla bruttissima partita di Wembley. Il fallimento ha quindi una sola firma: quella di Spalletti.
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