Roma nelle mani di Smalling: se sta bene è tutta un'altra difesa

foto Mancini
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 20 Dicembre 2021, 00:58

Forse la svolta è, a 32 anni, aver alzato la soglia del dolore: dopo il fastidio muscolare accusato contro lo Spezia, molti - Mourinho compreso - avranno pensato che non sarebbe stato a disposizione per la sfida contro l’Atalanta, visti i precedenti. E invece, Chris Smalling ha stupito tutti: non solo lo abbiamo visto in campo al Gewiss, ma è stato al top. Bravo lui, ermetica tutta la difesa. Un caso? No. Smalling fa la differenza ma se è Smalling, cioè quello vero. Perché è un difensore che fa giocare bene gli altri, sia che ci si schieri a quattro sia a tre. Questo succedeva anche con Aldair (paragone improponibile sotto ogni aspetto), capace di dare la spinta a compagni di squadra modesti (non è il caso di quelli di Smalling). E’ la magia del difensore di personalità, non necessariamente rude: Chris non è un calciatore muscolare, ma ha grande senso della posizione, dell’anticipo, è bravo di testa e qualche gol lo fa, è al secondo consecutivo. In una squadra impostata più a difendere che ad attaccare, fa la differenza. E la partita di Bergamo ne è il paradigma. 

LA SPINTA E IL CORAGGIO
Con Smalling migliora anche Mancini, che nel reparto ha già un ruolo significativo, specie come leader: la presenza dell’inglese lo deresponsabilizza; migliora Ibanez, già in crescita, ma il brasiliano ora agisce con più sicurezza, è meno agitato, sbaglia il minimo. E chissà, magari al fianco di Chris migliorerà pure Kumbulla, sul quale la Roma ha investito quasi trenta milioni di euro e ha bisogno che torni ad essere quello di Verona. La Roma, tra le prime della classe, ha una difesa da Champions: venti gol subiti, più di Inter, Milan, Napoli e Juve ma meno di Atalanta, Lazio e Fiorentina. Ha trovato equilibrio passando dai quattro ai tre, solo quando si è messa a cinque (contro l’Inter) ha preso l’imbarcata (Bodo è un’altra storia), ma non solo per colpa del reparto arretrato. Insomma, non conta l’assetto, conta come la squadra interpreti la fase difensiva, ma Mourinho nella sua carriera, caratterizzata quasi sempre dall’utilizzo della difesa a quattro, ha sempre avuto un leader là dietro, una guida: a volte un leader tecnico, a volte uno caratteriale, meglio se li aveva entrambi.

E ha trovato in Smalling il suo centrale dominante, perfetto come centrale di un terzetto: al Porto aveva Carvalho, al Chelsea sempre Carvalho con Terry, all’Inter Lucio o Samuel (più Materazzi), al Real Madrid Sergio Ramos, poi ancora al Chelsea bis Cahill o David Luiz, al Manchester United proprio Smalling con Blind e infine al Tottenham Alderweireld. Il dilemma per il futuro è sempre lo stesso: la fragilità di Smalling. Che però ultimamente sta garantendo continuità, e questa è una buona notizia: i problemi al ginocchio e poi muscolari sembrano ora alle spalle. L’inglese è reduce da cinque partite di fila da titolare, una specie di exploit per uno come lui. Nelle prime dodici di campionato, solo in una è stato schierato tra gli undici, quella con l’Empoli. Parliamo di un giocatore che la passata stagione, sempre per problemi fisici, ha saltato diciannove partite di campionato; la continuità del primo anno (30 presenze in A con tre gol e un assist) non l’ha mai più trovata. Ed è difficile essere decisivi se il fisico non ti assiste e se vivi un dolorino come una catastrofe. Smalling, (cultore della dieta vegana che in passato gli aveva dato benefici) ora si sente più sicuro e trasmette questa energia al reparto, da Rui Patricio a Viña. «Voglio restare a disposizione, ho già perso troppe partite», le sue parole dopo Bergamo. 

VITA ROMANA E VEGANA
Chris a Roma si trova benissimo, qui vive con la moglie Sam e il figlio Leo: gli Smalling - specie lei - sono molto attivi sui social, attraverso i quali raccontano le loro passioni, ad esempio, quella per gli animali, e le loro particolarità, come quella di aver avvistato gli ufo. Ieri, dopo l’allenamento, Chris si è concesso un pranzo in famiglia (in un ristorante vegano nel centro di Roma). Mercoledì toccherà ancora a lui guidare la difesa della Roma contro la Sampdoria. Forse la Roma ha alzato quel muro sul quale Mourinho ha spesso costruito i suoi successi. Il muro che separava le sue squadre dai nemici. 

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