Roma, è Smalling il colpo di Friedkin per la Champions

Smalling
di Ugo Trani
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Martedì 6 Ottobre 2020, 07:30
 Dan e Ryan Friedkin sono stati di parola. Hanno rilanciato con lo United per rendere la Roma, proprio al fotofinish (e con il giallo del tesseramento in extremis), più competitiva. La difesa, fragile anche nella notte di sabato in cui non ha incassato gol contro l’Udinese, migliora con l’acquisto di Smalling. Che, pur essendo in rosa già nella stagione scorsa (non per l’ottavo con il Siviglia, però: assenza dolorosa), adesso avrà al fianco Kumbulla, tra i migliori giovani della serie A. Lì dietro, numericamente e qualitativamente, il gruppo è più forte. Soprattutto se Fonseca insisterà sulla linea a 3: i possibili titolari, contando Mancini e Ibanez, sono 4. E nelle rotazioni, all’occorrenza, può entrare Fazio, rimasto a disposizione. Come Jesus che, però, è quasi fuori rosa, avendo rifiutato ogni trasferimento.

MASSIMO SFORZO 
Lo spaventoso indebitamento del club (fino allo sbarco dei Friedkin, reale è stato il rischio di fallimento), comunque, non ha permesso altre operazioni in entrata. Nel giorno del ritorno di Smalling nella Capitale, sono andati via altri 4 calciatori: Kluivert, Olsen e Antonucci in prestito e Perotti a titolo gratuito. Nel forziere giallorosso, insomma, non sono entrati euro. In precedenza anche l’addio di Under non è servito per far cassa. Gli unici ricavi dalle cessioni di Schick, di Defrel, di Gonalons e di Kolarov. Abbassato il monte ingaggi, questo sì. È già qualcosa per questa società che ha affrontato la sessione estiva del mercato senza ds dopo il licenziamento di Petrachi. Ma lontano resta l’obiettivo delle plusvalenze obbligatorie: entro giugno, più di 100 milioni. Difficile, dunque, da centrare. Anzi, impossibile. La nuova proprietà, del resto, ha deciso di confermare i big. Ha escluso la partenza di Zaniolo prima ancora del nuovo stop del ventunenne e non ha mai preso in considerazione di rinunciare al vicecapitano Pellegrini. E in più ha rifiutato ogni offerta per Veretout. 

GRUPPO SNELLITO
Fonseca, quindi, è stato accontentato. In pubblico si è esposto solo per riavere Smalling che tra poche ore (domani) potrà riabbracciare a Trigoria. L’allenatore avrebbe voluto qualche innesto in più. Ha spinto per ricevere il terzino/esterno titolare a destra e il vice Dzeko esperto. Rinforzi che non ha incassato. Niente da fare per il giocatore di fascia, ma almeno il giovane Borja Mayoral come centravanti di scorta. Il portoghese avrebbe preferito Kalinic, finito poi al Verona. Sono più i giocatori che hanno salutato di quelli arrivati. In questo senso la scelta del portoghese rimane limitata.

STAGIONE COMPLICATA 
La Roma, insomma, somiglia a quella dell’anno scorso: Florenzi andò via a gennaio, quando si fece male per la prima volta Zaniolo che però ha fatto in tempo a tornare per il post lockdown. I 2 azzurri mancano anche oggi: il terzino è al Psg e il centrocampista convalescente. La novità in attacco è Pedro, atterrato con i suoi 25 trofei in valigia. Si è presentato a Udine: 1° gol e 1° successo per la Roma. Lui e Kumbulla sono i veri rinforzi. Adesso bisogna vedere se basteranno per avvicinarsi alle principali rivali in campionato. Soprattutto a quelle che corrono per la zona Champions. Il Napoli, 7° nell’ultimo torneo, è più competitivo di un anno fa: acquisti pesanti e cessioni ininfluenti. Anche il Milan si è piazzato dietro ai giallorossi: 6°. Ma oggi è più attrezzato. Da evitare i paragoni con la Juve, l’Inter e l’Atalanta. La rosa rimane incompleta: manca il laterale destro. È tornato Karsdorp che si è arreso dopo 73 minuti al Bentegodi contro il Verona. In quel ruolo il più affidabile rimane Santon. Sull’altra corsia, c’è solo il giovane Calafiori come alternativa a Spinazzola. In più non c’è il regista di ruolo. Nessun alibi, però, per Fonseca. Che, come pensa anche il management di Friedkin, deve innanzitutto far correre la Roma. Con allenamenti più lunghi per non durare in partita solo un’ora..
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