Signori, è la fine di un incubo: la Figc gli concede la grazia

Signori, è la fine di un incubo: la Figc gli concede la grazia
di Daniele Magliocchetti
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Martedì 1 Giugno 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 11:11

Gabriele Gravina concede la grazia a Giuseppe Signori. Sarà ufficiale oggi, con un provvedimento firmato dal presidente federale in persona. A dieci anni esatti dal suo arresto, per la vicenda legata al calcio scommesse, la Figc lo riabilita e da oggi, con effetto immediato, Beppe-Gol potrà tornare nel mondo che gli appartiene e più ama, quello del pallone. E dalla porta principale. Una battaglia durata dieci anni e che il numero uno della federazione, particolarmente coinvolto dalla vicenda, ha voluto fare sua, tanto che ha fatto in modo che l’ufficio legale della Figc fornisse nel più breve tempo possibile il parere preliminare per accelerare l’iter della grazia da poter firmare. Detto, fatto.

LACRIME DI GIOIA
Per l’incontenibile gioia dell’ex attaccante di Foggia, Lazio, Bologna e Nazionale, che ieri, appena appresa la notizia dal suo avvocato Patrizia Brandi, si è messo a piangere, commosso come, forse, non è mai stato nella sua vita. Una liberazione. L’ultimo atto, quello più atteso e tanto desiderato. Emozionati tutti e due, l’ex giocatore e il suo legale, che non hanno mai smesso di credere e lottare per l’innocenza a livello penale e sportivo.
L’arrivo della grazia è una notizia che farà impazzire due popoli, quello biancoceleste e rossoblù, ma anche la stragrande maggioranza degli italiani che amano il calcio e lo sport. Roma e Bologna, due piazze che, nel tempo, hanno sempre sostenuto Signori, fino a organizzare una raccolta firme per riabilitare “Re Beppe” direttamente inviata al presidente Gravina. Per lui nel 1995 cinquemila tifosi della Lazio sono scesi in piazza per non farlo andare via, visto che Cragnotti l’aveva ceduto al Parma. Ed erano pronte a rifarlo.

LA RINASCITA
Dal primo giugno del 2011, al primo giugno del 2021, dieci anni dove è successo di tutto, a pensarci bene sembra quasi la sceneggiatura di un film. A partire proprio da quella drammatica mattina del 2011, quando l’attaccante venne arrestato e condotto in carcere perché coinvolto nello scandalo del calcio-scommesse.

Si diceva fosse il «regista occulto» di una rete internazionale, colui da cui partivano le indicazioni per manipolare i risultati di gare di A e B. Fandonie. Bugie messe in giro da persone poco raccomandabili che l’avevano coinvolto a sua insaputa perché sapevano della sua passione per il gioco. Beppe giocava, sì, ma l’ha sempre fatto in modo onesto e regolare. Più lo urlava, più veniva etichettato come “mostro”. Ed è stato proprio questo a distruggerlo nell’anima, tanto che, durante gli anni dei processi, in cui non ha saltato nemmeno un’udienza, è stato male, ricoverato in ospedale, il cuore ha rischiato di non reggere. Distrutto, ma, nonostante gli cominciassero a mancare le forze e la speranza, non ha mai mollato. Non aveva pensato di ricorrere alla prescrizione, perché era innocente e voleva dimostrarlo, ma a Cremona, nel processo principale, è arrivata, mentre a Piacenza e a Modena, due procedimenti dove era accusato di aver manipolato tre partite, è stato assolto con formula piena «perché il fatto non sussiste». Dieci anni di accuse gravissime. Una vita rovinata. Ma adesso la riabilitazione e la possibilità di rimettersi in gioco e fare quello che più gli piace, lavorare sul campo, allenare. Già perché Beppe l’anno prima del disastro aveva ottenuto il patentino d’allenatore, superando brillantemente il Supercorso di Coverciano e, nonostante le lotte legali, non ha mai smesso di aggiornarsi. E chissà che ora, ottenuta la grazia, non ci sia già qualche società interessata alle idee calcistiche di un ragazzo che ha fatto 188 gol in serie A, di un campione che ha fatto sognare tanti. Ma soprattutto di un uomo vero, onesto che vuole solo tornare su un campo di calcio. Libero e felice.

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