Avvocato Tortorella: «Dpcm impugnabili, possibili ricorsi se il governo chiude la stagione»

Avvocato Tortorella: «Dpcm impugnabili, possibili ricorsi se il governo chiude la stagione»
di Emiliano Bernardini
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Martedì 28 Aprile 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 16:38

C’è una data, fissata dalla Uefa, che rimbalza in modo distratto ma che invece ha una valenza fondamentale: il 25 maggio. Il massimo organismo calcistico europeo ha decretato che per quel giorno le varie federazioni dovranno decidere il futuro della stagione 2019-2020. Nello specifico, vanno indicati piano e data di ripresa e il format con cui riprendere i campionati nazionali. La serie A al momento non ha un giorno certo per la ripartenza. Si parla di un ipotetico 18 maggio ma solo per gli allenamenti. Il governo su questo non ha fatto alcuna chiarezza. Anzi. Insomma in appena una settimana la Figc dovrebbe decidere cosa fare e come farlo. «Partiamo da un presupposto, ci sono tre scenari possibili: finire la stagione giocando tutte le gare, cambiare format o chiudere il torneo. In quest’ultimo caso - ci spiega l’avvocato Flavia Tortorella, esperta di diritto sportivo - verrà adottato un provvedimento governativo che, laddove assumesse le vesti di un Dpcm, sarebbe astrattamente sindacabile, essendo un atto amministrativo privo di forza di legge». Se non si dovesse più giocare sorge il problema delle classifiche da consegnare a Nyon per la partecipazione alle prossime coppe europee. «Dobbiamo subito chiederci se il 25 maggio è una data stabilita per sottoporre alla Uefa una classifica. E per farlo risulta necessario scendere nel merito delle linee guida varate da Nyon per l’ammissione alle proprie competizioni», Ci spieghi meglio. «Nelle linee guida si parla di criteri ispirati a obiettività, trasparenza e non discriminazione. Ma il criterio primario resta il merito sportivo. Difficile che questo concetto possa essere ancorato esclusivamente ad un congelamento della classifica al momento della sospensione. Quest’ultima strada infatti potrebbe creare malcontento tra i club, con la possibilità di agire eventualmente in giudizio. D’altronde con 12 giornate le attuali posizioni potrebbero essere ribaltate».

PROBLEMATICHE SULLE LINEE GUIDA
Ma anche nel caso in cui tutti fossero d’accordo sulla scelta potrebbero sorgere problematiche. «Sì. La Uefa, infatti, si riserva il diritto di valutare le scelte operate dalla Federazioni e dalle Leghe, potendo anche decidere per una mancata ammissione dei club indicati per vari motivi. Curioso il richiamo di cui alla lettera E delle linee guida ad una “percezione pubblica di ingiustizia nella qualificazione del Club”. Ora mi chiedo se in una città i tifosi facessero una rivoluzione perché reputano ingiusta una qualificazione, cosa accadrebbe?». E poi c’è anche la problematica legata agli ordinamenti. «Ce ne sono tre distinti chiamati a pronunciarsi sulla medesima questione. La ripresa o meno del Campionato e le forme in cui portarlo a termine o meno. Alcuni lo hanno già fatto, ossia l’Ordinamento sovranazionale della Uefa, a breve dovrà pronunciarsi la Figc in qualità di referente di quello sportivo nazionale di categoria e infine quello Statale, attraverso i provvedimenti governativi. Le decisioni intraprese dovranno trovare una armonizzazione al fine di evitare eventuali contrasti che sarebbero forieri di incertezze e, dunque, di potenziali focolai contenziosi».

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