Superlega, la Serie A si ribella: è guerra alle big, tutti contro Agnelli (e la battaglia legale in arrivo)

Superlega, la serie A si ribella: è guerra alle big, tutti contro Agnelli
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 19 Aprile 2021, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 00:15

La rivoluzione del calcio ha un cuore italiano, perché il motore della Superlega è stato proprio Andrea Agnelli insieme al presidente del Real Madrid Florentino Perez. Un’idea sviluppata nell’ultimo quinquennio che ha trovato terreno fertile tra i top club d’Europa anche per combattere gli effetti negativi della pandemia mondiale. In Italia Agnelli ha potuto contare su due alleati forti come Milan e Inter, facendo leva sugli ottimi rapporto con Zhang e la dirigenza rossonera, gli obiettivi comuni e i frequenti incontri a Milano negli ultimi mesi sono serviti per definire gli ultimi dettagli. E nel comunicato “congiunto” delle tre società si fa chiaro riferimento alla volontà di continuare a giocare il campionato di A. Nella giornata di ieri si è consumato lo scisma totale: prima del comunicato ufficiale della Superlega è andata in scena una riunione d’emergenza ECA diretta da Van der Sar, senza il presidente Agnelli che da li a poco avrebbe rassegnato le sue dimissioni.

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I 12 club che hanno aderito alla Superlega non hanno partecipato (o lo hanno fatto passivamente) all’emergency meeting che ha condannato la “breakaway league” confermando il pieno sostegno a Fifa e Uefa per sviluppare le competizioni europee nei prossimi anni.

Agnelli nel frattempo ha rassegnato le sue dimissioni dalla presidenza ECA (fuori anche la Juventus) e dall’Esecutivo UEFA.

«Confidiamo che la Super Lega crei valore a lungo termine per noi e l’intero movimento calcistico - si legge nel comunicato di Inter, Milan e Juventus -. I club fondatori faranno tutto il possibile per realizzare il progetto nel più breve tempo possibile. Il nuovo torneo fornirà una crescita economica significativamente più elevata ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo. Questi contributi di solidarietà saranno sostanzialmente più alti di quelli generati dall’attuale competizione europea e si prevede che superino i 10 miliardi di euro durante il corso del periodo iniziale di impegno dei club. Inoltre, il torneo sarà costruito su una base finanziaria sostenibile con tutti i Club Fondatori che aderiscono ad un quadro di spesa».


INDICE PUNTATO
Ieri a mezzogiorno, la Lega serie A ha convocato un Consiglio d’urgenza nel quale gli animi sono stati fin troppo accesi per essere solo una domenica (apparentemente tranquilla) di campionato. La proposta è stata quella di espellere subito gli scissionisti dal campionato. Così mentre oggi alle 17.30 i presidenti della Lega torneranno a riunirsi in assemblea. Roma e Lazio non si pronunciano. Si preannuncia una guerra epocale che potrebbe distruggere l’attuale modello calcistico. Per questo sul campo nono stati già schierati gli avvocati. L’Uefa, supportata dalla Fifa ha già fatto sapere che «prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziario sia sportivo, al fine di evitare che ciò accada». Minacciando i club e i giocatori di vietargli di partecipare alle competizioni internazionali: «Questo persistente interesse personale di pochi va avanti da troppo tempo. Quando è troppo, è troppo». E ha minacciato una causa da 50 miliardi di euro contro tutte le squadre che vorranno unirsi a un sistema alternativo e una esclusione dalle coppe organizzate dallo stesso massimo organismo continentale. 

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