Lazio, panchina troppo corta per tre competizioni

Lazio, panchina troppo corta per tre competizioni
di Alberto Abbate
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Mercoledì 4 Settembre 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 09:15
Nessuno scossone, nessuna rivoluzione. Avanti con lo stesso progetto, solo con più convinzione. Per centrare la Champions alla fine Inzaghi s’è persuaso di riuscire a farcela con in mano quasi la stessa Lazio. Lui lo considera comunque un nuovo inizio, anche perché aveva pensato davvero di lasciare tutto a fine maggio. Invece Lotito lo ha convinto sul piano economico e l’amico Tare con un preciso disegno tecnico. Così si sognava un colpo dietro l’altro, invece la società ha proseguito la politica dell’innesto mirato. Rimane un po’ d’amaro in bocca per un mercato stitico, ma Inzaghi sembra comunque contento. Per carità, avrebbe voluto un’altra punta per possedere più alternative e ricambi in attacco, ma alla fine esulta per aver trattenuto Caicedo (forse già questa settimana col rinnovo insieme a Correa) e sopratutto il fenomeno Milinkovic in questo gruppo. Simone è il primo a considerarlo un nuovo acquisto (anche sul piano aereo), dal momento che aveva ottenuto la garanzia da Lotito di trattenere sì Luis Alberto, ma non Sergej a giugno. Invece insieme al serbo la Lazio è partita stramotivata in questo campionato, anche se molti tifosi si chiedono: perché la stessa squadra dovrebbe arrivare stavolta oltre l’ottavo posto? Per carità, nelle ultime giornate i biancocelesti avevano mollato, ma già l’obiettivo Champions era sfumato dopo la folle debacle col Chievo. 
LE SCELTE
Sembra l’eterno ritorno. La Lazio preferisce rischiare, punta tutto su un ottimo 11 titolare. Eppure la stagione potrebbe sempre essere compromessa da un qualunque infortunio. Ha invocato un po’ di fortuna e così lo ha ammesso anche Tare. Si è preferito privilegiare l’aspetto gestionale, per il club per esempio i sogni top Mandzukic e Llorente avrebbero minato la serenità sotto porta d’Immobile. Forse per questo stavolta Inzaghi sorride e non sembra preoccupato. Come successo l’anno con Acerbi, su Lazzari è stato accontentato, su tutto il resto si è fidato. Vavro al posto di Wallace in difesa, Adekanye per Neto come baby di prospettiva, Jony al posto di Durmisi come alter ego di Lulic sulla fascia sinistra. L’ex terzino del Betis tra l’altro non è stato sistemato in uscita, così è stato escluso insieme a Lukaku e André Anderson dalla lista dei 24 (potrà essere rivista solo a febbraio) della Uefa. In campionato invece nessuna esclusione degli esuberi (dentro anche Casasola) nell’elenco per la Serie A consegnato alla Lega. 
VOGLIA
In campionato potranno essere aggiunti liberamente tutti i tesserati nati a partire dal 1° gennaio 1997. Eventualmente quindi anche il classe 2002, Raul Moro, esterno enfant prodige del Barcellona B che, salvo intoppi (clausole), verrà ufficializzato per la Primavera a breve. Sinora però ha trovato spazio solo un nuovo rinforzo (Lazzari) nella Lazio titolare. Così pure il centrale Vavro fa sentire il suo dispiacere dalla Nazionale: «Quando ho capito di non giocare all’esordio in Serie A con la Sampdoria, pensavo di essere pronto e concentrato per la Roma. Mi sento benissimo, non ho mai sperimentato la preparazione in Italia e posso dire che l’ho superata al meglio. Forse ero abituato a giocare le prime due giornate di campionato, ma non la considero una cosa negativa». Peggio bruciarsi subito in una stracittadina.
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