Serie A, dopo tante figuracce è giusto fermarsi

Serie A, dopo tante figuracce è giusto fermarsi
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Lunedì 9 Marzo 2020, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Quelle disputate ieri, con molta probabilità, saranno le ultime partite di campionato che vedremo da qui alle prossime settimane. Più che una sensazione, in attesa del Consiglio straordinario della Figc in programma domani, è una speranza. Si perché in una momento così difficile e complicato, pur conoscendo le pesanti ripercussioni sociali, economiche e regolamentari di uno stop al campionato, il calcio non può e non deve andare avanti comunque, e a qualsiasi costo. Ora più che mai abbiamo bisogno di comportamenti corretti, decisioni responsabili e di unità di intenti, non a polemiche come quelle scatenatesi negli ultimi giorni, prima sulle partite da trasmettere in chiaro, poi sulle accuse per aver giocato. Se il calcio nelle settimane precedenti, tra litigi e interessi di parte, non ha dato grande prova di se, appare difficile incolparlo nel momento in cui nel decreto stesso del governo si consente “lo svolgimento degli eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti professionisti e atleti di categoria assoluta che partecipano ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali o internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse”. In una situazione così grave non spettava al Calcio la decisione ultima di bloccare tutto o meno,machi ha il ruolo istituzionale per farlo, evitando in assoluto che ogni sport decidesse per conto suo. E’ stata una domenica surreale: dall’inizio sofferto e ritardato di Parma-Spal, al big match tra Juve-Inter reso spettrale e senza pathos dal vuoto delle tribune e dalle grida di chi era in campo. A calciatori, tecnici e staff va comunque il plauso per avere, nonostante tutto, fatto fino in fondo il loro dovere, con cinque partite vere e combattute. Certo veder sfilare i giocatori a distanza nell’ingresso in campo evitando le tradizionali strette di manoper poi, spingersi, essere a stretto contatto in area di rigore e abbracciarsi ai gol, è sembrato un controsenso, ma era ovvio accadesse, il resto è pura ipocrisia

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