Arriva la Coppa Italia, poi la serie A: si riparte, ed è tutto vero

Arriva la Coppa Italia, poi la serie A: si riparte, ed è tutto vero
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 8 Giugno 2020, 07:35
Dove eravamo rimasti? Alla drammatica e inevitabile chiusura. Sono passati tre mesi da quel tocco magico di Paulo Dybala contro l’Inter, dallo speranzoso cartello («andrà tutto bene, restate a casa») esibito da Ciccio Caputo dopo la rete segnata al Brescia in occasione dell’ultimo recupero della 26esima giornata, 8 e 9 marzo. Forse, proprio tutto bene, non è andato, diciamo che magari poteva andare anche peggio. Oggi ci accontentiamo, però: di una vita seminormale che stiamo tornando a condurre e un calcio post Covid-19 che torna a esistere, ma che non è certo quello di prima. Per adesso possiamo almeno ricominciare a raccontarlo, come prima, questo sì. Ma almeno si gioca, e forse questa è la notizia Siamo arrivati a un’insperata riapertura, dopo aver tribolato non poco, siamo dentro la settimana nella quale il pallone tornerà a viaggiare, senza distanze. Dopo mesi di “si riapre”, “non si riapre”, “il protocollo”, “le classifiche cristallizzate”, “le retrocessioni e promozioni da stabilire a tavolino”, “il taglio stipendi” “lo scudetto per meriti sportivi”, “algoritmi” etc etc. Si torna a parlare di preparazione di una partita, di chi gioca, di chi sta fuori, di mercato, povero, ma sempre scatola dei sogni. Si torna a giocare: è storia. Si torna allo stadio, seppure solo con le nostre attenzioni e non (ancora) fisicamente. Per tanti, è un ritorno alla vita. 
RILANCIO
E come per incanto, la competizione meno considerata, la Coppa Italia, diventa l’iniziazione di un nuovo sistema, che piacerà meno ma ci si abitua a tutto (si prevedono grandi ascolti, ai livelli della Nazionale). Le due semifinali di Coppa Italia sono state anticipate rispetto alla proposta iniziale: si va in campo il 12 e il 13 giugno. La finale il 17, nella cornice, si fa per dire, dello stadio Olimpico di Roma. Dunque rivedremo Juventus-Milan (si parte dall’1-1 dell’andata) allo Stadium, in campo per l’esordio, si giocherà venerdì. L’orario del calcio d’inizio allo Stadium non è ancora stato reso noto (21 l’ipotesi più probabile); il giorno dopo tocca al San Paolo l’overture, c’è Napoli-Inter (0-1 a San Siro). I grandi stadi riaprono, in attesa del 20, giorno di ripartenza del campionato. Le partite, come noto, si giocheranno senza pubblico, le società ricorreranno agli ormai consueti espedienti sostitutivi: sagome, rumori di fondo, musica e vincerà chi avrà l’idea più originale, visto che fino a ora ne abbiamo ammirate già abbastanza. Il protocollo dovrà essere rispettato alla lettera, resta la quarantena di due settimane, in attesa che ricominci il campionato per poi decidere se abbassarla o meno: i club ci sperano, così da poter avere la garanzia di condurre la nave al porto. Farà eccezione l’Olimpico dove, come detto, è in programma la finale di Coppa Italia. Quel giorno, il 17, lo stadio non sarà totalmente vuoto. Almeno nella tribuna autorità. A parte la presenza, non ancora confermata del Presidente della Repubblica Mattarella, la tribuna ospiterà quelli che a detta di tutti in questo periodo si sono distinti per il lavoro negli ospedali, cioè medici infermieri, gli eroi anti Covid, insomma. L’Olimpico, come il San Paolo e lo Stadium, sono pronti all’uscita. Lo testimonia Diego Nepi, direttore del Parco del Foro Italico. «L’Olimpico sta facendo stretching organizzativo». La Coppa Italia prima, poi la Roma (il 24) e la Lazio (il 27). Saranno diversi anche gli impianti. A norma. «Il primo cambiamento - ha raccontato Nepi a Sky - riguarda gli arrivi e gli accessi dei pullman. C’è l’ingresso classico di Via dei Gladiatori, oppure dall’Olimpica, quindi dalla parte opposta, con un secondo parcheggio per i pullman ospiti. I calciatori saranno sottoposti al controllo della temperatura con scanner. E gli spogliatoi? L’area adibita inizialmente alla fisioterapia ora è diventata lo spogliatoio delle riserve della squadra con le giuste distanze. Nelle docce ci saranno solo cinque persone contemporaneamente. Nel corpo centrale dello spogliatoio sono state distanziate le sedute tra un giocatore e l’altro. La sanificazione verrà fatta in tutte le aree comuni. Anche gli arbitri avranno a disposizione due spazi per rispettare il distanziamento». Sanificazione anche in campo, specie delle panchine. «È stato diminuito il numero a 8 giocatori mentre gli altri elementi si siederanno nella tribuna subito dietro». Cambiamenti anche nella tribuna stampa che ospita normalmente circa 350 giornalisti. «Anche in questo caso il numero verrà contingentato. La proposta che vorrei fare alle società sportive e quindi alla stampa e ai media è di spostare i giornalisti nella zona oggi legata agli sponsor, quindi nell’anello più basso, per permettere una visione migliore della partita e un comfort superiore». 
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