Falli di mano e rigori, la battaglia contro l'Ifab per tornare credibili

Falli di mano e rigori, la battaglia contro l'Ifab per tornare credibili
di Antonello Valentini
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Martedì 14 Luglio 2020, 07:30
Un calcio rigoroso perché lineare e coerente, non rigoroso - come sta diventando - perché “imburrato” con rigori da PlayStation: tagliarsi le braccia per i difensori o mirare al braccio dell’avversario per gli attaccanti è lo stravolgimento dello spirito e della filosofia del gioco. 
Per restituire credibilità al calcio, bisogna cambiare regola e interpretazione sui falli di mano in area, ma per farlo occorre prima scardinare e riformare l’Ifab: dietro questa sigla (International football association board) si nasconde un mammut partorito nel 1886 che detta da sempre le regole del calcio mondiale, un organismo dove vige il diritto di veto dei rappresentanti delle 4 Federazioni del Regno Unito - non solo l’Inghilterra ma finanche il Galles, la Scozia e l’Irlanda del Nord - mentre Brasile, Italia, Argentina, Germania, Spagna e Francia contano zero.
LA CROCIATA
Nella crociata contro questa Ifab si era imbracato a suo tempo Michel Platini che promette di tornare all’attacco da prossimo presidente del sindacato mondiale calciatori. Una battaglia che merita di essere combattuta dalle grandi Federazioni, quella italiana in primis, contro uno strapotere della Fifa che con i suoi 4 membri all‘interno dell’Ifab controlla il pacchetto di maggioranza: in una dichiarazione solenne quanto subdola, dal 2014 l’Ifab è stato dichiarato organismo indipendente; ci sono 2 commissioni consultive di ex calciatori e dirigenti arbitrali tra cui i nostri Collina e Rosetti, ma la sostanza non cambia. Ci manca solo un docente di anatomia per verificare se deltoide e ascella fanno parte della spalla o sono un prolungamento punibile del braccio. Su 8 voti disponibili, ne occorrono 6 per cambiare le regole e il pallino resta in mano al calcio britannico, in nome di una tradizione conservatrice che fa a pugni con la realtà.
FISCHI AUTOMATICI
Se ci fosse da vantarsi, almeno nella speciale classifica dei rigori automatici siamo primi al mondo. In Italia ne sono stati fischiati finora 159, contro i 145 della Spagna, gli 89 della Francia, gli 83 dell’Inghilterra e i 73 della Germania. Visto che i numeri non dicono bugie, c’è qualcosa che non quadra, se non altro nell’applicazione della regola. Nicchi, presidente degli arbitri italiani, sostiene che in Europa non ci sono differenze interpretative; allenatori e calciatori sono abbastanza stufi e il disamore tra i “clienti” - per ora ancora davanti alla tv - si allarga e punisce questo calcio. Il n.1 mondiale, Pierluigi Collina, oggi presidente della Commissione arbitri della Fifa, assicura adesso che metterà tutto a posto, garantendo uniformità di giudizio sui falli di mano: ma finora dov’era? 
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