Serie A, caos abbonamenti è scontro sui rimborsi

Serie A, caos abbonamenti è scontro sui rimborsi
di Emiliano Bernardini
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Venerdì 17 Luglio 2020, 09:20
 Il campionato di serie A si avvia alla conclusione ma il caos sui rimborsi di abbonamenti e biglietti resta. Di fatto ogni società procede secondo regole proprie. La Lega non ha dato un indirizzo in quanto non competente e poi ogni tifoso che acquista un tagliando o una tessera annuale accetta le cosiddette «condizioni di vendita generali». Ossia s’impegna ad accettare le regole stabilite dal club in questione. Ogni squadra ha le sue. Ma c’è un principio su cui sono tutti d’accordo: niente soldi ma voucher. Nessun rimborso monetario per gli abbonamenti (la quota parte delle gare di cui non si è non fruito) ma un credito virtuale della validità 18 mesi dalla data di emissione che consentirà, a seconda delle decisioni dei vari club, di acquistare tagliandi per la prossima stagione, nel caso in cui gli stadi venissero riaperti, avere sconti sulla sottoscrizione del nuovo abbonamento o comprare prodotti del merchandising del club. Il problema degli abbonamenti è legato all’apertura degli stadi. Ieri il ministro dello Sport Spadafora ha annunciato: «Stiamo lavorando Figc e Lega perché a settembre, alla partenza del nuovo campionato, ci sia modo di riaprire gli impianti al pubblico».

ESPOSTI
Quella del voucher è una decisione che chiaramente non è piaciuta ai tifosi che in molti casi si sono rivolti all’Unione Nazionale Consumatori. Che ha deciso di fare un esposto all’Antitrust contro la Juventus. «E’ vergognoso. Almeno per gli spettacoli gli organizzatori sfruttavano l’art. 88 del Cura Italia, per quanto la normativa d’emergenza sui voucher sia già stata ritenuta illegittima da Commissione Ue e Antitrust. Nel caso del calcio, invece, non c’è nemmeno un appiglio legale a supporto. Nulla giustifica un tale atto arbitrario ed unilaterale» si legge nel comunicato. Discorso diverso per quanto riguarda i biglietti delle singole partite. La procedura per il rimborso in molti casi è già partita, ad esempio per Juve-Inter, Inter-Ludogorets o Milan-Genoa. Per quelli comprati online il riaccredito della cifre avverrà sulla carta di debito utilizzata, mentre per quelli cartacei bisognerà avviare una procedura diversa. 

CASO DI PRESUPPOSIZIONE
L’Antitrust nei mesi scorsi aveva già contestato a 9 squadre di Serie A le condizioni di vendita di abbonamenti e biglietti che non prevedevano rimborsi. Un tema molto dibattuto che, nel caso specifico, non trova appiglio nemmeno nell’emendamento Mc Cartney inserito nel Dl Cura Italia. Nel nuovo testo si legge che gli organizzatori potranno emettere un voucher della validità di 18 mesi nel caso l’evento sia solo rimandato e non cancellato, ma al termine del periodo, se non si sarà svolto, dovranno rimborsare tutti i ticket emessi. Essendo il campionato di calcio ripartito, seppur a porte chiuse, non sussistono i presupposti dichiarano le società. Il Codacons non è d’accordo, così come non lo è l’Antitrust e la Commissione Europea, in quanto i voucher danneggiano i diritti dei consumatori. «Questo è il classico caso di risoluzione per presupposizione» sottolinea l’avvocato Flavia Tortorella esperta di diritto sportivo. «Il presupposto del contratto è lo svolgimento della manifestazione. Chiaro che in questo caso esiste una causa di forza maggiore che rende tutto sindacabile. Io ritengo che ci siano i presupposti per un class action dei tifosi. Ma sono anche convinta che, proprio per la straordinarietà del momento, il tifoso debba venire incontro ai club». 
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