La Figc cerca un dialogo ma la serie A incendia lo scontro con il governo

La Figc cerca un dialogo ma la serie A incendia lo scontro con il governo
di Emiliano Bernardini
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Martedì 28 Aprile 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 14:59

Botta e risposta piccato a tarda sera tra serie A e governo. è forte il malcontento dei venti verso le scelte di Palazzo Chigi. La Lega considera il 14 giugno l’ultima data utile per far ripartire il campionato e i club vogliono 4 settimane per rimettere in condizione i calciatori e lo fanno capire bene dopo il consiglio informale di ieri in cui è emersa la delusione per il dpcm. Al governo erano state chieste due date, quella per la ripartenza degli allenamenti e quella per il campionato. Disatteso l’accordo politico raggiunto nei giorni scorsi (c’era qualcosa di scritto?). Immediata la risposta del governo: «La data della ripartenza del campionato è stata espressamente esclusa nella riunione della settimana scorsa. Su questo il Ministro si aspetta il chiarimento del presidente della Figc Gravina». Spadafora che ieri ribadendo che il 18 rimane un auspicio per la ripresa ha anche definito «ridicolo chi parla di complotto contro il calcio». E considera fastidiose le pressione fatte nei giorni scorsi: «Con me avete sbagliato strada». Chiaro il riferimento anche alla Lazio che sempre ieri si è schierata contro: «Spadafora non aiuta il calcio italiano. Juve e Inter prendano posizione» ha detto il ds Tare. Palazzo Chigi è in posizione di forza. Lo ha dimostrato il ministro dello sport che domenica sera ha tolto anche l’appiglio, seppur minimo, del 18 maggio che il premier, Giuseppe Conte poche ore prima aveva fissato. Un passo che in qualche modo ha ribaltato gli equilibri. Il calcio presuntuoso ora è “vittima”. Quello delle “discipline individuali” stratagemma di Palazzo Chigi per scongiurare i possibili assembramenti nei centri sportivi (che restano chiusi) è uno smacco che i club di A hanno incassato non senza qualche fastidio. I calciatori si sentono discriminati rispetto agli altri atleti. Serpeggia la volontà comune, o almeno di molti, di prendere posizione rispetto alla decisione del governo. Possibile avvenga sui social. 

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CHI REMA CONTRO
Ma non va sottovalutato chi continua a remare contro. La Juventus non è uscita allo scoperto con dichiarazioni compromettenti ma di fatto è di quelle che non sono così contrarie allo stop. Il comportamento del club bianconero è evidente. Dei nove giocatori all’estero otto non sono ancora tornati. Cristiano Ronaldo non rientrerà nemmeno oggi. Chissà come avrebbero fatto in caso di via libera per il 4. Altro problema quello della quarantena? Dove verrebbe fatta? I quindici giorni stabiliti dalle linee guida del governo non si possono certo passare nei centri sportivi dove non è possibile controllare. E a dare manforte alla Juventus c’è anche l’Inter. Il dg Beppe Marotta, sotto pressione del tecnico Antonio Conte che non vuole riprendere, avrebbe lavorato molto ai fianchi dei tecnici del governo per calibrare il dpcm. Ieri durante un consiglio straordinario di Lega di A lui e il numero uno della Lazio, Claudio Lotito si sono scambiati qualche colpo. E con Juve e Inter ci sono diversi club che non hanno ambizioni e preferirebbero risparmiare quattro mesi di stipendi dei loro calciatori. 

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IL DIALOGO
E pensare che nel pomeriggio la Figc aveva cambiato strategia abbandonando quel muro contro muro che ha portato solo sconfitte. Ma la vera battaglia si combatte sul protocollo medico. Non a caso ieri il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina è tornato sull’argomento: «Lavoriamo per far ripartire il calcio in sicurezza, non per farlo ripartire e basta. La Commissione medico scientifica della Figc ha stilato un protocollo molto rigoroso ma siamo pronti ad integrarlo e a modificarlo recependo le indicazioni dello stesso Comitato, del Coni e riconoscendo l’Fmsi quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto». Un modo per accontentare le pressioni di chi ha sempre voluto un protocollo unico invece di uno solo specifico per il calcio. Il Coni ha consegnato a Spadafora una certificazione-validata dal Politecnico di Torino con i vari fattori di rischio per ogni disciplina. «Accogliamo con piacere le dichiarazioni del Presidente Gravina. Entreremo nel merito con lo spirito costruttivo che ha sempre contraddistinto» la risposta del presidente della federazione dei medici sportivi, Maurizio Casasco. Di fatto la Figc prova a fare il giro largo. Togliendo gli equivoci del protocollo non dovrebbero esserci ulteriori ostacoli alla ripresa. D’altronde ripartendo il 18 maggio ci sarebbe tutto il tempo per completare la stagione. I tempi sono stretti. L’8 è stato convocato un consiglio Federale in cui si dovranno prendere decisioni. 

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