Un timido raggio di luce in una giornata piena di nuvole nere. E da dimenticare. La Lazio subisce la sesta sconfitta stagionale in campionato, la terza nelle ultime cinque partite giocate, subendo 13 gol e segnandone 8. E l’ultima di queste otto reti porta la firma di Mattia Zaccagni, quasi una speranza a cui aggrapparsi in maniera convinta e feroce.
Già, perché in una situazione difficile e complessa, Sarri può almeno contare su pochi giocatori e tra questi comincia a figurare pure l’ex del Verona. Che scende in campo per la terza volta consecutiva da titolare e non solo non sfigura, ma mostra sicurezza, classe e caparbietà. Fino a quando è rimasto in campo, la Lazio dava la sensazione di poter fare qualcosa lì davanti. Lui e Pedro hanno messo in gran difficoltà la retroguardia del Sassuolo.
PRIMO SIGILLO. Ecco, Zaccagni è l’esatto opposto del brasiliano, soprattutto nel carattere, anche perché in questa stagione ha sofferto più del dovuto, avendo due infortuni uno dietro l’altro. Ma si è rimesso sotto e alla fine, col lavoro e con la pazienza, ha trovato meritatamente spazio, sfruttando l’occasione. E ieri col Sassuolo ha ricominciato a macinare gioco e assist così come aveva fatto a Marassi con la Sampdoria, dove aveva mandato in rete Immobile e Milinkovic. In più, stavolta è riuscito ad andare anche a segno con un gol magari facile, ma prezioso. Il primo sigillo con la maglia biancoceleste. E’ stato bravo a cominciare e a partecipare all’azione, concludendola alla perfezione. Pensare che il tecnico, poco prima, gli aveva suggerito di andare più in profondità perché si allargava troppo. Detto, fatto. Per Mattia, tra l’altro, è il terzo gol in questo campionato. Gli altri due li aveva fatti col Verona e, guarda caso, tutti e due al Sassuolo nella prima giornata. Evidentemente la formazione emiliano lo ispira parecchio.
Sassuolo-Lazio, ansia Zaccagni: si teme uno stop per l'esterno biancoceleste
La vera sfortuna è che quando è uscito lui, la Lazio si è spenta. Un doppio contrasto, prima con Ferrari e poi con Chiriches, che l’ha preso sul polpaccio e da lì non è stato più lo stesso. Mattia ha provato a continuare, ma zoppicava vistosamente perché il dolore era fastidioso e insopportabile. Lo staff medico e Sarri spera non sia niente di grave, anche se il calciatore ha avvertito un indurimento del polpaccio, i sanitari laziali sperano sia dovuto alla botta col difensore romeno, altrimenti potrebbe rischiare il terzo stop. E sarebbe una disdetta, per la Zaccagni, ma soprattutto per la Lazio. Quel timido raggio di luce di cui Sarri ha disperatamente bisogno.