Sarri e la lite con Poste italiane: se il calcio sbatte sulla vita reale

Sarri e la lite con Poste italiane: se il calcio sbatte sulla vita reale
di Alberto Mauro
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Giovedì 13 Febbraio 2020, 09:30
Il mondo del calcio e quello reale viaggiano a due velocità: universi all’apparenza paralleli ma con punti di contatto anche turbolenti, che fanno quasi sempre notizia. L’ultimo incrocio ha visto protagonista Maurizio Sarri, al termine di una settimana già parecchio complicata dopo la sconfitta a Verona. La sua battuta “Se non volevo essere sotto esame facevo domanda alle poste” ha scatenato la reazione di Poste Italiane con tanto di nota sul profilo Twitter. «Invitiamo il signor Sarri a dedicare qualche minuto del suo prezioso tempo a Poste, la più grande azienda del Paese, al terzo posto a livello mondiale tra le aziende italiane per immagine e reputazione. Gli esami dunque, contrariamente a quanto sostiene Sarri, alle Poste ci sono eccome e l’azienda ne risponde ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni». Giocatori e dirigenti spesso evitano di affrontare tematiche sociali, ma a volte le proteste si fanno strada fino alle cronache sportive. 
IN RIVOLTA
Come accaduto nel luglio 2016, all’arrivo di Higuain a Torino. Una delegazione degli operai Fiat di Pomigliano lo accolse così: «Noi fruttiamo tanto più di Higuain», con la richiesta di un aumento in busta paga e maggiore tutela. 
Discorso molto simile a quanto accaduto a luglio 2018. «Per Ronaldo 400 milioni, agli operai soltanto calci nei c……» lo slogan dei lavoratori nel manifesto affisso alla recinzione dello stabilimento Fca di Pomigliano da esponenti Si Cobas e 5 ex operai. Più due giorni di sciopero nello stabilimento di Melfi motivati esclusivamente dall’investimento Ronaldo. Ma non sono sempre i grandi acquisti a scatenare polemiche. Sempre in casa Juve nel 2016 Claudio Marchisio si scusò dopo un tweet in cui dava del non vedente al telecronista Rai, scatenando le critiche della tv di Stato e delle associazioni italiane non vedenti. 
GITA EDUCATIVA
Nel 2017 invece un esempio che fece scuola: dopo i risultati deludenti del suo Lugano e la sconfitta 5-2 contro il Thun, Paolo Tramezzani organizzò una trasferta alle 6 di mattina in una fabbrica di vernici di Davesco, “Per vedere come lavora e si suda i soldi la gente comune”. Poi tutti al campo per allenarsi, probabilmente con un’altra prospettiva sulla quotidianità.
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