Sarri e la Lazio: l'accordo c'è, la firma ancora no. Lotito irritato, Tottenham alla finestra

Sarri e la Lazio: l'accordo c'è, la firma ancora no. Lotito irritato, Tottenham alla finestra
di Alberto Abbate
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Domenica 6 Giugno 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 10:32

Accordi solo verbali e troppi silenzi. Dopo la vicenda Inzaghi, sale l’ansia per l’erede Sarri. Non solo perché c’è ancora il Tottenham senza panchina, nonostante Ten Hag dell’Ajax sia a un passo dai nuovi Spurs di Paratici. Ma anche perché pure dalla Lazio arrivano segnali contrastanti. Venerdì sera per Tare la trattativa era agli sgoccioli, mancavano solo i dettagli. Sarri aveva detto sì e si preannunciavano i botti. Ieri mattina però nessuna traccia di contratti inviati o siglati e Lotito già spazientito dalle nuove improvvise riflessioni: «Noi aspettiamo fiduciosi, ma abbiamo fatto tutto bene e non dipende più da noi». Già oggi per la Lazio c’era una dead line, ma alla fine potrebbe concedere a Sarri ulteriori giorni.

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Perché in teoria adesso è difficile tornare indietro, è il momento d’abbracciarsi e andare subito avanti coi programmi già tracciati nei giorni scorsi.

In pratica però bisogna sciogliere definitivamente tutti i dubbi. Lotito giura d’aver fatto venerdì l’offerta a Sarri, d’essergli venuto incontro su tutto, addirittura oltre i propri limiti. Pare abbia concordato un piccolo passo indietro rispetto al biennale (con opzione per il terzo anno) da 3,3 milioni richiesti. Si è spinto a 3 fissi coi bonus (sino a 1 milione) più facilmente raggiungibili. S’aspettava subito una chiamata ieri, sono subentrati ripensamenti e vanno sgombrati. Chi conosce Sarri tuttavia sa bene che lui ha bisogno di assorbire i cambiamenti coi suoi tempi, persino lunghi. Aveva fatto così pure con la Juve e con il Napoli. Non considera la proposta economica della Lazio di quelle irrinunciabili, ma va oltre i soldi, è intrigato dai piani ambiziosi biancocelesti per le prime tre posizioni. A meno che dietro non ci siano davvero (occhio pure all’Everton) intromissioni. Maurizio però sinora aveva rifiutato tutte le offerte dai club esteri. Ai tempi di Londra gli mancava la Serie A, alla Lazio vede ampi margini per tornare a dimostrare cosa sa fare con le sue mani.

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PRESSIONE
E’ un personaggio complesso, Sarri, e va interpretato. Eppure ora c’è tensione a Formello. La Lazio non può più permettersi di perdersi questo colpo. Se Sarri dovesse sfumare, si scatenerebbe il panico, la rivolta d’un popolo, anche se ostenta serenità Lotito: «Siamo la Lazio, non resteremo senza tecnico». Si rassicura da solo perché ha il fiato dei tifosi sul collo. Da giorni è partita una veglia per Maurizio a Formello. In realtà, c’è già stato giovedì e ne è rimasto impressionato. Deve tornare nel centro sportivo al più presto. Lotito è turbato da questo comportamento, si sente schiacciato e con le spalle al muro: vorrebbe che oggi fosse il giorno giusto, in un senso o in un altro, non può aspettare all’infinito. Ne fa una questione di rispetto e di principio, ha dato il suo sì a tutto lo staff tecnico: Martusciello (vice), Pertugio (assistente tecnico)e Nenci (preparatore atletico)con Grigioni (preparatore dei portieri) che resterà al suo posto. E’ tutto pronto nel centro sportivo.
VETI TECNICI
Il progetto tecnico tuttavia dev’essere definitivo. Già nel primo colloquio con Tare, Sarri aveva dato la sua disponibilità alla valorizzazione dell’organico preesistente al massimo. Ma così com’è non basta per fare davvero il salto. Maurizio vuole a tutti i costi più di un innesto: avrebbe chiesto Ilicic, due difensori, un terzino, un centrocampista e un esterno. Sulla cessione di Milinkovic avrebbe posto il veto dopo aver saputo del pressing a sorpresa del Liverpool. Stesso discorso per Immobile e Luis Alberto: i tre top non devono essere sacrificati per fare mercato. Piuttosto meglio rinunciare ad altri big (Lazzari e Correa) non funzionali al suo credo. Sarri vuole sicurezze e garanzie prima del suo contratto. Vuole lavorare al massimo con 24-26 elementi e parla di un altro ritiro oltre quello d’Auronzo. In teoria era giù tutto scritto venerdì notte e concordato. Ieri però Maurizio s’è rinchiuso tutto solo a Castelfranco nel fumo. Chissà se e quando riuscirà a dissolvere tutte le nuvole accumulatesi dietro. 

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