Sansovini e il tridente di Zeman a Pescara: «Eravamo fortissimi»

Sansovini e Immobile
di Romolo Buffoni
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Martedì 15 Giugno 2021, 07:30

Insigne e Immobile, i gemelli del gol che fanno sognare l’Italia, avevano un terzo gemello un po’ più anziano di loro ma capace di parlare la stessa lingua. Marco Sansovini, classe 1980, era la terza punta del tridente del Pescara targato Zeman che nove anni fa vinse il campionato di serie B riportando i biancazzurri nella massima divisione dopo 20 anni di assenza. Gli abruzzesi misero insieme 83 punti come il Torino, ma finirono davanti ai granata grazie alla differenza reti specialità della casa-boema: +35 con 90 gol fatti, la maggior parte dei quali dal tridente delle meraviglie Insigne (18), Immobile (28 e capocannoniere) e Sansovini (16 reti in 41 presenze sulle 42 disponibili). «Lorenzo e Ciro erano affiatati anche allora, dentro e fuori dal campo. Un’intesa che fece la differenza e la può fare anche in Nazionale». Sansovini giovedì compirà 41 anni, ma solo da 12 mesi ha appeso gli scarpini al chiodo. Ultimi gol con il Notaresco, in serie D. «Non so se sono il duo meglio assortito dell’Europeo, perché ci sono dei campioni straordinari, ma secondo me sono il più affiatato». Ora che li vede da fuori, cosa fanno di più e di meglio rispetto a quando giocava insieme a loro? «Entrambi sanno cercare la profondità, ma se Ciro gioca spesso anche per la squadra, Lorenzo ama trattenere di più la palla fra i piedi e rifinire. Dei 16 gol che segnai quella stagione gliene devo parecchi. In campo fanno quello che facevano prima ma sono saliti un livello molto più alto». Il calcio di Zeman è diventato un patrimonio del movimento italiano: «Essere stato allenato da lui è stata una straordinaria opportunità. Alcuni suoi principi di gioco li custodisco gelosamente e cerco di riproporli, senza scimmiottarlo, ora che sto tentando di diventare un allenatore». Sta frequentando a Coverciano il corso Uefa A per ottenere l’abilitazione a guidare una squadra di C o Primavera: «Per seguire le lezioni non ho visto l’Italia venerdì, ero in viaggio verso casa. Ma so che è stata una prova convincente». Contro la Svizzera può tornare Marco Verratti. Basta nominarlo, anche lui pilastro della Zemanlandia pescarese, per sentir accendere la voce di Sansovini: «Per Marco ho un debole. Per me lui è uno dei migliori centrocampisti del mondo, perché sa fare tutto: dal rubapalloni al regista puro. Non è solo una questione di piedi buoni. Solo con quelli nel calcio non vai da nessuna parte. Ha un’intelligenza calcistica fuori dal comune. La Nazionale non ne può fare a meno». 
ERIKSEN E MOROSINI
Turchia-Italia non l’ha vista.

Ha visto, invece, il dramma del danese Eriksen crollato a terra per un arresto cardiaco e salvato dall’intervento tempestivo dei compagni e dei medici. «Immagini terribili che mi hanno fatto rivivere la tragedia del povero Morosini. Morì allo stadio Adriatico: c’erano anche Immobile, Insigne e Verratti. Non sono né un medico, né un legale ma quel giorni ci fu qualche mancanza palese nella macchina dei soccorsi. Consola un po’ constatare come dopo 9 anni le cose siano migliorate in questo senso, Eriksen è stato soccorso in maniera egregia e veloce».

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