Rosetti spiega la Var in Champions:
«Progetto ok, ma nessuno è perfetto»

Rosetti spiega la Var in Champions: «Progetto ok, ma nessuno è perfetto»
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Mercoledì 6 Febbraio 2019, 20:26 - Ultimo aggiornamento: 20:46

«Gli arbitri sono contenti dell'uso della Var, la nostra idea è fornire loro un sostegno perché l'obiettivo è ridurre al minimo gli errori». Lo dice Roberto Rosetti, capo degli arbitri per la Uefa, in un incontro formativo sull'uso della video assistenza all'Hotel Hilton di Roma. «Non è un progetto perfetto, questo sistema non può eliminare le discussioni nel calcio perché le aspettative sono altissime e comunque dall'altra parte dello schermo c'è sempre un essere umano. Ma qualche anno fa si parlava di gol segnati con due metri di fuorigioco, questo ormai è impossibile. Ci sono ancora decisioni controverse ma è un progetto giovane che va migliorato», sottolinea Rosetti. La Var esordirà in Champions League negli ottavi in programma da martedì prossimo e sarà utilizzato fino alla fine del torneo. Sarà utilizzato anche nelle finali di Europa league e Supercoppa europea e, a livello di nazionali, alle finali della Nations League, agli Europei Under 21 in Italia e agli Europei 2020. «Sono traguardi importanti per implementare il progetto», evidenzia l'ex fischietto italiano.

Per quanto riguarda l'adozione della Var nei campionati, Rosetti ricorda che «i paesi calcisticamente più importanti sono già dentro il progetto e l'anno prossimo anche la Premier League inizierà ad usarlo, ma ci sono anche altri paesi più piccoli che stanno cominciando ad esercitarsi». «La nostra idea -aggiunge- è che presto la maggior parte dei paesi europei parteciperà al progetto». Per quanto riguarda la sua applicazione, l'obiettivo della Uefa è «eliminare gli errori più chiari ed evidenti, perché la Var non deve sostituirsi all'arbitro. Non vogliamo distruggere lo spirito del calcio, vogliamo solo immagini certe e lavoriamo molto per raggiungere l'uniformità di giudizio, anche se l'uniformità pura è un'utopia. In tutti i casi in cui serve un'interpretazione di un episodio, vogliamo che l'arbitro vada a verificare con i suoi occhi il video e sarà comunque lui a prendere la decisione finale».

Rosetti chiarisce anche come devono comportarsi gli arbitri con i 22 in campo: «I giocatori non possono chiamare la Var, chi lo fa deve essere sanzionato. La stessa cosa vale per quei giocatori che cercano di interferire con la visione delle immagini». Sull'applicazione della Var in Champions, il responsabile Uefa chiarisce che «la Var deve essere una sorta di paracadute, una garanzia. Io spero che in tutte le partite non ci sia nemmeno un intervento, ma se succede qualcosa dobbiamo essere pronti». Anche in caso di rigori: «Sì, ma solo quando il giocatore interferisce direttamente con il gol. Ad esempio, se il portiere para e un attaccante entra in area interferendo con l'azione». Infine, sulle attese che precedono una decisione: «L'accuratezza è più importante della velocità, ma il tempo è importante.

L'intervento medio della revisione al video dura 68 secondi, senza la revisione solo 35 secondi. Una interruzione di gioco risibile, quindi, se serve per prendere la decisione cruciale nel risultato di una partita».

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