Totti torna in campo da attore: un viaggio nel tempo

Totti torna in campo da attore: un viaggio nel tempo
di Alessandro Angeloni - Ugo Trani
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Giovedì 1 Aprile 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 18:21

Le lacrime di Francesco Totti, seduto dentro lo spogliatoio dell’Olimpico, chiudono la serie (“Speravo de morì prima”) dedicata alla sua carriera. Sono da attore, però. L’interpretazione di un pomeriggio che ha vissuto sul serio e fino in fondo solo quattro anni fa. Identiche, quindi, a quelle del 28 maggio del 2017, il giorno tribolato del suo addio al calcio. Il sorriso riappare all’improvviso, quando si presenta il presidente, nella pancia dello stadio, per offrirgli un altro anno di contratto. Il sogno che non si è mai avverato. Come un ragazzino, al Capitano sorridono gli occhi in quella scena che avrebbe voluto vivere e davvero e che invece è rimasta solo nei suoi pensieri di quarantenne costretto a lasciare il calcio, con quei trentasei minuti di Roma-Genoa per cercare di fermare la palla e il tempo.

«Toccava a me, che di tempo ormai non ne avevo più», dice il Francesco narratore dell’ultima puntata. «Guardi che firmo, eh», sorride al presidente, che gli propone il contratto dei sogni. È spontaneo e al tempo stesso triste. Anche perché poi entra in campo per la stagione 2026-2027, l’annata del centenario della sua Roma. La macchina del tempo che gli regalò il nemico Spalletti la sera del suo compleanno al festa al castello di Tor Crescenza lo ha accompagnato nell’anno che verrà. Totti, di fatto - proprio grazie a questo sprint della DeLorean - realizza il suo sogno, non smettere e non subire imposizioni di altri, che poi son quelle che gli hanno fatto veramente male. Castellitto lo “accompagna” (egregiamente) fino al tribolato giorno di Roma-Genoa, quello dell’addio al calcio, della commozione di popolo, poi ecco Francesco, quello vero, che interpreta se stesso, e che si ritrova ancora capitano dieci anno dopo. Miracolo cinematografico, grazie alla macchina del tempo di Spalletti. 

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Nuovo esordio 

Quindi anche grazie a Spalletti (ben interpretato da Giammarco Tognazzi), suo nemico, il “primo, secondo lui, che lo ha spinto a lasciare. Il debutto da attore contrasta con quanto fatto davanti alle telecamere proprio prima di smettere. Fuori dal campo. Gli spot con Ilary e Gattuso. Risate a volontà. Le loro e quelli degli spettatori. La coppia Totti come Sandra e Raimondo, quante volte lo abbiamo sentito dire. Oppure quando ha recitato con Cassano, Del Piero e Buffon per mettere in scena il suo libro di barzellette. Il divertimento nel passato, la tristezza nel futuro. Dall’ironia al dramma, appunto, come un vero attore. Totti ha rivissuto il dramma, attraverso quelle immagini ma in fondo una cosa l’ha capita: può fare (bene) anche l’attore. E Spalletti lo aveva previsto, dicendolo pubblicamente la sera di Sassuolo-Roma, nella sua ultima stagione, quando Francesco in panchina palleggiava con un raccattapalle e qualche secondo dopo faceva uno scherzo a Pjanic.

Tutto torna, insomma. Specie se hai una DeLorean.

 

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