Roma, il ventennale. Cosa fanno oggi i 23 giocatori che vinsero lo scudetto

Roma, il ventennale. Cosa fanno oggi i 23 giocatori che vinsero lo scudetto
di Romolo Buffoni
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Giovedì 17 Giugno 2021, 07:30

Uno scudetto è per sempre. Se poi lo si cuce sulle maglie della Roma, regala l’immortalità sportiva. Ma il tempo passa per tutti. C’è chi brilla ancora di luce propria, Francesco Totti su tutti, fino a ieri capitano e bomber giallorosso. E c’è chi sa che deve tutto a una congiunzione astrale benevola, che li piazzò nel posto giusto al momento giusto. Ecco allora, cosa fanno oggi i Cavalieri che fecero l’impresa.
1 Francesco Antonioli (26 presenze, 28 gol incassati). Per difendere Batman dalla furia dei tifosi dopo una papera, Totti corse sotto la Sud a invocare (ottenendola) clemenza per il portiere che oggi allena i numeri 1 del Cesena. 
15 Jonathan Zebina (22 presenze). Il parigino aveva 22 anni quando arrivò alla Roma, vincendo subito il titolo. Storia finita per il suo innamoramento per la Juve e per la «solare Torino». Appassionato di pittura, nel 2006 aprì una Galleria d’arte a Milano. Nel 2017 è finito sotto processo in Francia per evasione fiscale. 
19 Walter Samuel (31 presenze, 1 gol). Batistuta è stato l’acquisto-scudetto, ma The Wall non fu da meno. Sguardo glaciale, modi rudi: idolo dei tifosi. Oggi è nello staff della nazionale Argentina. 
3 Antonio Carlos Zago (28 presenze). Elegante come un centrocampista brasiliano, spietato come un difensore italiano. Allena i giapponesi del Kashima Antlers. 
2 Cafu (31 presenze, 1 gol). “Cafu, Cafu, accendi il pendolino” lo incitava la Sud. Andò via nel 2003 quando sembrava aver dato tutto. Errore: al Milan vinse un altro scudetto e la Champions. Ha dovuto affrontare la tragedia della perdita di un figlio, stroncato da un infarto a 30 anni. Si dedica a iniziative di beneficenza ed è ambasciatore Fifa e Uefa.
17 Damiano Tommasi (34 presenze, 3 gol). Esempio di lealtà e serietà, sostenuto da una dichiarata fede in Dio, tanto da essere soprannominato “anima candida”. È stato per 10 anni presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. 
11 Emerson (13 presenze, 3 gol). Arrivato nell’estate del 2000, in ritiro si ruppe i legamenti del ginocchio. Diede il suo contributo nel girone di ritorno. Due anni dopo il divorzio burrascoso che lo portò alla Juve insieme a Capello. Oggi è titolare di una società di consulenza sportiva e di una scuola calcio. 
32 Vincent Candela (33 presenze, 3 gol). La carriera del francese non è finita a Roma, ma lui nella capitale ha finito per viverci. L’asse di sinistra con Totti (con cui oggi collabora), fu un’arma decisiva. È titolare di un ristorante ai Castelli Romani.
10 Francesco Totti (30 presenze, 13 gol). Tutti sanno che è fuori dal club e che ha fondato la CT10 Managment con cui cerca nuovi talenti. Ma tutti “sentono” che presto tornerà a Trigoria. 
24 Marco Delvecchio (31 presenze, 3 gol). Il panchinaro più titolare di sempre: fuori dall’11 tipo e poi puntualmente in campo. Anche con Capello, che ne stoppò la cessione al Chelsea. Oggi Supermarco fa l’opinionista. 
18 Gabriel Batistuta (28 presenze, 20 gol). La mitraglia chiesta e ottenuta da Capello per abbattere le difese e puntare al titolo. Missione compiuta anche con i guai a caviglia e ginocchio che gli impedivano di allenarsi. Ha lanciato una linea di abbigliamento.
Questi i titolari della banda di Fabio Capello, oggi opinionista Sky. Ma furono fondamentali anche Vincenzo Montella (numero 9, 28 presenze e 13 gol), il 12° titolare. Oggi allenatore senza squadra. Cristiano Zanetti (numero 4, 27 presenze) che tenne “caldo” il posto a Emerson. I tifosi gli tributano imperitura gloria per aver innescato l’azione che portò all’autogol di Negro che decise il derby d’andata. Oggi fa l’allenatore. Hidetoshi Nakata (numero 8, 15 presenze e 2 gol), il giapponese a cui la Roma deve una bella fetta di scudetto grazie al gol segnato alla Juve e al tiro dal quale nacque il 2-2 di quella stessa partita-scudetto. Uomo-azienda, è ambasciatore degli artigiani giapponesi; produce sake e ha lanciato una linea di gioielli. Pluto Aldair (numero 6, 15 presenze) bandiera del club che ha ritirato la sua maglia, vestita in totale 436 volte. Ebbero un ruolo anche Cristiano Lupatelli (maglia numero 22, 8 presenze e 5 gol subiti) oggi allenatore dei portieri della Juve Under 23. Alessandro Rinaldi (numero 23, 9 presenze) romano del Quadraro, oggi titolare di un negozio di orologi; Amedeo Mangone (numero 28, 11 presenze) difensore che Mazzone ribattezzò il Thuram bianco, direttore generale e allenatore del Brera, Prima categoria lombarda. Marcos Assunçao (numero 5, 12 presenze e 2 gol) mago delle punizioni, specialità vista qui solo in amichevole. Dirigente di un piccolo club brasiliano, si diletta con le moto da corsa. Gaetano D’Agostino (numero 16, 1 presenza): i 15 minuti giocati a Brescia gli fanno meritare la menzione. È allenatore del Lecco in C. Eusebio Di Francesco (numero 7, 5 presenze), sarebbe stato fra i titolari se il ginocchio non gli si fosse frantumato alla vigilia della stagione. Guiderà il Verona. Gianni Guigou (numero 25, 15 presenze), l’uruguaiano firmò la vittoria (inutile) a Liverpool in Coppa Uefa. Oggi è un imprenditore. Abel Balbo (numero 21, 2 presenze) tornato per far da spalla a Bati, gestisce un’azienda agricola in Argentina che produce cereali, soia e mais.

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