SENZA NUCLEO STORICO
La proprietà Usa, da quando si è insediata, non ha badato a spese. Raffiche di acquisti. Ma quando si scelgono, oltre a comparse, giocatori buoni, o addirittura eccellenti, spesso non sono confermati. Garcia (e chi lo ha preceduto) non ha avuto la possibilità di allenare sempre i migliori. Perché subito ceduti. I grandi club vivono di certezze tecniche. Di interpreti collaudati. Cambiarli fa stonare il coro. Ne risente, insomma, il gioco, a prescibndere dal modulo. La Roma, invece, si monta e si sfascia come fanno i bimbi con le costruzioni della Lego. Il progetto non c'è. Gli innesti di solito servono per migliorare. Qui no. Se non sono di primo piano si perde la competitività (sono 11 i punti in meno). Perché non tutti gli anni, come è successo nella passata stagione, gli arrivi sono più funzionali delle partenze.
MERCATO IMPROVVISATO
Gli abbagli estivi sono a volte peggio delle gelate invernali. La Roma si è presentata al via del campionato più debole. Innanzitutto senza la difesa dell'anno precedente. La scoperta, però, non è stata fatta alla prima giornata. Sottovalutato innanzitutto il problema del portiere: De Sanctis, operato alla fine del torneo scorso, ha fatto appena in tempo a cominciare il nuovo. Benatia, il più bravo, è andato via a fine agosto. Cessione, però, messa in preventivo a marzo. Quando si è fatto male Strootman. Uno dei big doveva partire. Per questioni di bilancio. I due terzini, invece, sono usciti di scena per conto loro: Balzaretti nel novembre 2013, Maicon dopo il mondiale (e gli è stato pure rinnovato il contratto). A destra non è stato preso nessuno, a sinistra tre: solo Holebas è sufficiente. Come se non bastasse si è fermato pure Castan. Presi tre centrali: solo Manolas all'altezza della situazione. Tornando a Strootman, va ricordato che i medici olandesi furono chiari: 9 mesi per rivederlo in campo. In estate nessuno ha pensato di prendere il sostituto. Sono stati spesi milioni per Uçan, è rientrato dal prestito Paredes e Garcia ha avuto l'esperto Keita che però è regista. Non è stato acquistato il centravanti. Eppure due, celebrati all'arrivo, sono stati messi alla porta: Osvaldo e a seguire Destro. A fine gennaio ecco l'uno-due pirotecnico: Doumbia e Ibarbo. Come stanno (a pezzi) e dove (in fisioterapia) lo sanno tutti. In questi anni sono stati cambiati anche gli esterni d'attacco: il colpo Iturbe, pagato 31 milioni (commissioni incluse), ha segnato 1 rete in campionato (3 contando le coppe). Il miglior marcatore è Ljajic: 8 reti. Nessuno viaggia in doppia cifra. E Totti ha già giocato più di un anno fa (1868 minuti contro 1840). Altro che gestito...
FIACCHI E TIMOROSI
Il paragone con la Juve proprio non regge. Anche se Allegri è meno esigente di Conte, a Torino ancora conta lo spessore dei giocatori. Vengono scelti per il carattere, il fisico e la tecnica. Difficilmente lì sbagliano gli acquisti: Evra, Pereyra, Morata e Sturaro gli ultimi esempi. Qui sarebbero titolari. Nella Roma diversi calciatori non sono completi. Chi corre, tatticamente è impreparato. Chi conosce movimenti e diagonali, è a fine carriera o poco ci manca. Di sicuro a Vinovo si dà importanza alla preparazione atletica. Ancora bisogna capire come mai è stato il tecnico a decidere a chi affidarla.