Roma, c'è la Sampdoria: l'Olimpico fa il pieno di speranza

Roma, c'è la Sampdoria: l'Olimpico fa il pieno di speranza
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 22 Dicembre 2021, 00:53 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 09:16

C’è la Samp, ma è quasi come se ci fosse l’Inter, il Milan. Non c’è una grande differenza per i tifosi. Olimpico, che passione. Sempre, dall’inizio. Sarà (è) l’effetto Mourinho, ormai è chiaro: la tifoseria è attratta, ama e c’è, in presenza, perché vuole sperare, credere finalmente in un traguardo, specie ora che l’Atalanta si è fermata di nuovo e il quarto posto, in caso di vittoria oggi, è a meno quattro. Tutta un’altra storia, no? Che lo stadio si possa riempire al cinquanta per cento o al settantacinque, poco importa: i tifosi della Roma sono sempre lì, in massa, a spingere. Per quanto riguarda la percentuale di riempimento, i giallorossi sono primi in A, in base invece alla media spettatori sulle partite giocate in casa, sono appena dietro i collossi di San Siro, Milan e Inter, intorno ai quarantamila. Anche oggi si va avanti con lo stesso trend: allo stadio vedremo più di quarantamila cuori, a sbandierare e sperare in un altro salto in avanti dopo l’eccellente risultato di Bergamo. L’Olimpico, con Roma-Sampdoria, chiude un anno strano, vissuto per metà con le porte chiuse e con una stagione finita malinconicamente al settimo posto con Paulo Fonseca, ora le prospettive e le ambizioni sono altre. E Mou è la garanzia per il futuro, sia per il mercato che sta per arrivare sia per quel popolo di tifosi che lo seguono come fosse il loro condottiero. E chissà poi se, da gennaio, potremo ancora vedere gli stadi pieni, vista la situazione Covid che continua a spaventare il Paese e non solo il mondo del pallone. Godiamocelo per il momento, poi se ne riparlerà.

CHAMPIONS NON È PIÙ MIRAGGIO
La Roma in casa ha vinto sei partite (con Fiorentina, Sassuolo, Udinese, Empoli, Torino, Spezia), due le ha perse (Milan e Inter) e una l’ha pareggiata (Napoli). Solo con le big ha zoppicato, con le altre, seppur con qualche sofferenza, ha sempre portato via i tre punti.

Roma-Inter - la più umiliante per il risultato finale, è stata la partita con il maggior numero di spettatori, 51.185, quella con la Fiorentina (ma la capienza non era al 75 per cento) con il numero più basso 26.997, ma era la prima giornata di campionato, molti erano ancora in vacanza. Da quando si è passati a una capienza del 75 per cento - lo scorso ottobre - la Roma ha una media di 48,500 spettatori a partita. La squadra di Mou, dopo il successo di Bergamo, ha il dovere di dare un altro assalto alla classifica, anche in virtù del pareggio di ieri sera dei nerazzurri di Gasp, contro una Samp minacciosa («vogliamo andarci a prendere all’Olimpico il regalo di Natale», le parole di D’Aversa, tecnico dei blucerchiati). Mou - non avendo ancora i calciatori che vuole - sta costruendo un gruppo sul carattere e a Bergamo si è notato: i giocatori lo seguono, la squadra funziona e ora ha una sua fisionomia: un nuovo modulo, giocatori motivati, una coppia d’attacco, Zaniolo-Abraham (l’inglese, con i suoi dodici gol segnati fino a ora, è a meno due da Pruzzo che, al primo anno realizzò 14 reti in 35 presenze) che ora fa paura e la difesa ha ritrovato il giusto equilibrio con il ritorno di Smalling e con un Mancini sempre più leader (a breve l’annuncio del rinnovo fino al 2026). L’emergenza ancora non è finita: non saranno disponibili Spinazzola e Pellegrini, ma pian piano qualcuno riappare, vedi El Shaarawy e vedi Felix (preconvocato dal Ghana per la Coppa d’Africa ma chissà se si disputerà), che ha saltato l’Atalanta per squalifica. Dovranno fare attenzione Cristante e Ibanez, che sono diffidati: alla ripresa la Roma è attesa dai match contro Milan e Juve, vera rivale per la scalata al quarto posto, e forse lì capiremo davvero quante possibilità i giallorossi avranno di agganciare la zona Champions. E sapremo se per il match contro i bianconeri potremo rivedere all’Olimpico tutta questa passione. Non resta che sperarlo.

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