Roma-Salisburgo, Dybala e Abraham dicono sì: oggi il test decisivo per strappare la convocazione

L’argentino è quasi recuperato, l’inglese combatte con il gonfiore all’occhio: pronta la maschera protettiva

Roma-Salisburgo, Dybala e Abraham dicono sì: oggi il test decisivo per strappare la convocazione
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 09:28

Paulo Dybala non ha ancora recuperato del tutto e fino a ieri ha dovuto limitarsi a un semplice lavoro individuale; Tammy Abraham è alle prese non tanto con la mascherina-occhiali alla Osimhen, quanto con i punti - ancora freschi - sulla palpebra e con il gonfiore che gli procurano sull'occhio. Giocare, avevano riferito inizialmente i medici che lo hanno avuto in cura dopo la partita con il Verona, è una follia. A distanza di due giorni, filtra maggiore ottimismo, almeno per la convocazione: molto dipenderà da come Tammy starà oggi, prima dell'allenamento. Se il gonfiore sarà diminuito, l'edema si sarà in parte assorbito, potrà indossare la protezione e scendere in campo per l'allenamento. L'inglese insiste per mettersi a disposizione ed probabile che venga convocato. Sul suo impiego dal primo minuto, qualche dubbio resta. Meno folle invece pensare/prevedere l'utilizzo della Joya, perché è vero che viene da un guaio (l'ennesimo) muscolare - accusato nella notte di Salisburgo - ma è altrettanto vero che i controlli strumentali non avevano evidenziato lesioni. Dybala non si allena da venerdì scorso - e domenica Mou era molto pessimista sul suo impiego per domani - e ha solo oggi per tornare a lavorare con il gruppo, ovvero ventiquattro ore prima della sfida contro gli austriaci. È chiaro che Mourinho farà di tutto per riavere a disposizione - oltre ad Abraham - la sua stellina, sa quanto sia necessario per una partita come questa, nella quale ci sarà bisogno di qualità e dei gol per passare il turno. Averli a disposizioni, anche in panchina, dà maggiore sicurezza, pur calcolando qualche rischio. Di positivo, almeno, c'è il pieno recupero di Pellegrini, che ha saltato la sfida di domenica con il Verona proprio per smaltire sovraccarichi vari del passato. Difficilmente domani sera vedremo tutti e tre in campo contemporaneamente. Le alternative sono pronte: se Abraham e Dybala dovessero cominciare dalla panchina, al loro posto giocherebbero Belotti ed El Shaarawy. Con Pellegrini a supporto. Nel caso in cui, come sembra, Paulo dovesse essere tra i titolari, il Faraone si "accomoderebbe" a sinistra, sfidando Spinazzola, tornato in grande spolvero e Zalewski, anche se quest'ultimo è in ballo pure per la fascia destra.

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L'IMPAZIENTE INGLESE
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Quest'anno ha realizzato una sola rete nelle sei partite giocate, mentre nella edizione della Conference League, aveva firmato sei gol dopo lo stesso numero di gare. Dybala invece ha segnato contro l'Helsinki e con il Betis, entrambe le volte all'Olimpico. A proposito, domani lo stadio registrerà l'ennesimo pienone: il ventiquattresimo, anche se non consecutivo. Sempre pieno in campionato ed Europa League, non in Coppa Italia. E' l'effetto Mou, che dura ormai da tempo e chissà quanto durerà ancora. Le voci sul suo addio sono insistenti (in Inghilterra parlano di De Zerbi come post José), lui aspetta di parlare con i Friedkin, anche se ha un contratto che scade nel 2024. Ma l'ad della Roma, Pietro Berardi, sostiene che alla fine resterà. «La mia convinzione è che anche l'anno prossimo Mourinho sarà allenatore della Roma. Siamo a metà contratto, un anno e mezzo, lui è molto determinato soffre per la Roma per raggiungere il risultato». Chi non sarà felice della sua eventuale partenza è Gianluca Mancini, uno dei pupilli dello Special. Della prima ora. «Il mister è diretto e schietto, lui è incisivo, ti sa cullare e ti sa "bastonare" se serve. È il vero leader della squadra», le sue parole al sito Q&A di StarCasinò Sport. «L'anno scorso quando è arrivato il mister è scattata una scintilla, lo stadio pieno dà un senso di responsabilità ai giocatori». E quando Lorenzo Pellegrini ha alzato la coppa della Conference League? «È stato speciale e unico. Vedere una città come Roma in festa ci ha dato orgoglio. Quando vinci e porti a casa un trofeo qui, è qualcosa che rimane per sempre. L'obiettivo adesso è di alzare l'asticella: arrivare in Champions sarà importante».

 
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