Roma, attacco al quarto posto: Mourinho attende il risveglio delle punte, mancano le reti di Belotti e Abraham

La Roma segna come il Sassuolo e meno di tutte le rivali

Roma, attacco al quarto posto: Mourinho attende il risveglio delle punte, mancano le reti di Belotti e Abraham
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 29 Marzo 2023, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 14:53

Fa uno strano effetto notare che l'Udinese abbia segnato due gol in più della Roma e il Monza solo tre in meno. Le capacità di gente come Beto, Deulofeu, Pereyra, o di Caprari e Petagna, Ciurria sono certamente riconoscibili, ma se li paragoniamo a Dybala, Abraham, Pellegrini, tanto per fare qualche esempio, ci accorgiamo che qualcosa non quadra. Se la difesa della Roma è perfettamente all'altezza, l'attacco si fa attendere: solo 35 gol. Solo Dybala è più o meno nella media: Paulo ha segnato nove reti in campionato, con due rigori, gli stessi di Immobile (tiri dagli undici metri compresi) e di Zaccagni (che ha fatto centro una volta dal dischetto). Per il resto, la Roma là davanti è mancante e per andare in Champions, da qui alla fine della stagione, serve una sterzata netta. Nemmeno Zaniolo era riuscito a dare una mano a Mourinho: Nicolò è andato al Galatasaray lo scorso gennaio lasciando in dote appena una rete, segnata il 31 di ottobre a Verona. Il nulla, come Volpato, che però gioca quasi mai, solo due volte titolare su sei presenze. La scorsa estate, a mercato chiuso, erano ben altre (e alte) le aspettative.

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ASPETTATIVE
Nessuno poteva immaginare, nonostante le difficoltà previste, che uno come Belotti si trovasse dopo ventisette giornate di campionato con la casella delle reti a zero.

La magra consolazione per il Gallo sono i tre gol realizzati in Europa League (la Roma è arrivata ai quarti di finale, quindi il suo contributo in Europa è più che sufficiente) e quello messo a segno in Coppa Italia alla Cremonese, inutile ai fini della qualificazione. Nessuno si aspettava che Abraham nelle stesse partite disputate in A, avrebbe festeggiato solo sei volte: cinque nel girone di andata (Juve, Empoli, Sassuolo, Milan e Spezia) e una sola in quello di ritorno (Empoli). Dati che stonano se si confrontano con quelli della scorsa annata quando, dopo lo stesso numero di partite, Tammy era a quota dodici in campionato, più quelle segnate in Europa: fino agli ottavi di Conference era a quota otto, mentre quest'anno in Europa League è fermo alla rete contro l'Helsinki. Diciamo che a questo punto della stagione, mancano proprio le reti di Belotti e Abraham. Bastava davvero poco per fare la differenza, visto che anche le dirette concorrenti - Napoli a parte - stentano: vedi Giroud, Dzeko, Leao, lo stesso Immobile, vittima di tanti infortuni, Vlahovic. In doppia cifra troviamo Lautaro (14) e Lookman (12), in più ci sono N'Zola (Spezia, 12 reti) e Dia (Salernitana, 10), che corrono per altri obiettivi, non per la Champions.

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Chiudono la classifica interna dei giallorossi, El Shaarawy con tre reti e Solbakken con una. C'è poi Pellegrini, che va menzionato a parte perché non è un attaccante vero, ma aveva abituato bene Mourinho: sei gol in campionato lo scorso anno, solo due in questo. Meglio in Europa League, dove è a quota tre. Gli attaccanti non segnano molto, Dybala a parte, e tutta la produzione offensiva ne risente, al di là dei periodi in cui si crea un po' di più e quelli in cui le occasioni ce ne sono poche. Trentacinque reti sono da squadra di metà classifica, sotto media Champions. La Roma ha l'ottavo attacco del campionato, insieme con quello del Sassuolo. Ventinove reti meno dei mostruosi giocatori del Napoli, che solo con Kvara (12) e Osimhen (21) hanno segnato due gol meno della Roma. Ma qui siamo all'eccellenza, a Mourinho basterebbe molto meno. Se Smalling è a un solo gol da Abraham, qualcosa non va. Se cinque degli attaccanti a disposizione di Mourinho hanno fatto centro insieme (Tammy, Pellegrini, Solbakken, ElSha e Belotti) tre sole volte in più di Dybala, vuol dire essersi smarriti nella strada che dovrà portare la Roma al quarto posto. Tempo di ritrovare la retta via, c'è.
 

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