Pallotta, il futuro tra l’attesa di un rilancio e la speranza di un nuovo socio

Pallotta, il futuro tra l’attesa di un rilancio e la speranza di un nuovo socio
di Stefano Carina
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Martedì 16 Giugno 2020, 07:30
Un’intervista non banale. Che si può interpretare in due modi: 1) La trattativa con Friedkin è ormai naufragata 2) Le parole utilizzate da Pallotta al sito ufficiale della società giallorossa sono volte a provocare una replica (o un rilancio) del magnate texano. Che al momento tace. Dichiarazioni che hanno sorpreso molti. Non gli ambienti economici vicino alla trattativa che assicurano come schermaglie del genere non siano inedite. «L’irritazione è un elemento dello spirito, non del business», il commento di chi ha voluto smontare indiscrezioni che volevano Friedkin furibondo. Tuttavia, al netto del galateo utilizzato nel mondo della finanza, è abbastanza singolare che Pallotta prima affermi di non aver risposto in passato a indiscrezioni (alcune delle quali, ha voluto sottolineare, «trapelate da dentro la società») perché «il club è quotato in borsa». Per poi, in un secondo momento, rilasciare - come accaduto ieri - stoccate così pesanti su quello che al momento è/era considerato l’acquirente più credibile. Il doppio passaggio («Se avesse i soldi...» e «Se voglio comprare una casa non mi aspetto che il venditore riduca il prezzo richiesto inizialmente per coprire i costi di tutte le ristrutturazioni con il seller-financing») lascia interdetti. Di certo Jim, confermando apertamente di voler cedere la Roma, per la prima volta ammette candidamente che oltre a «fare ciò che è meglio per il club», ha «il dovere di fare ciò che è meglio per il gruppo di investitori e gli azionisti» che rappresenta. 

NO A MINUSVALENZE 
Un obbligo ricordarlo vista la vertenza nei suoi confronti dei soci di minoranza negli Usa. Ma anche un avviso ai futuri acquirenti: non lascerà con una minusvalenza. Ergo, se non saranno i 90 milioni che potevano arrivare dalla proposta pre-Covid di 704 milioni di Friedkin, dovrà essere qualcosa di simile. Consapevole che in questo momento di recessione è difficile, tra le righe l’imprenditore di Boston lascia intravedere l’alternativa che ha in mente quando accenna, senza entrare nello specifico, a quanto accadrà nel mercato estivo: «Molto può dipendere da potenziali investimenti nel club». Ossia, dall’entrata o meno di altri soci. Si torna così al punto di partenza: prendere tempo. Agevolato dal Decreto liquidità che gli permetterà di ritardare sino al 31 dicembre quello che resta della ricapitalizzazione e con la questione-stadio sulla quale lui stesso ammette di attendere novità a breve («Tante volte l’ho già sentito, ma forse stavolta siamo vicini all’approvazione ‘davvero finale’»), Pallotta - dopo aver garantito la liquidità nel medio/breve periodo al club con l’operazione di factoring sul botteghino - vuole vedere cosa accadrà nella corsa al quarto posto (che porta in dote 50-60 milioni) per poi agire di conseguenza. Se nel frattempo non sarà entrato infatti un socio pronto ad affiancarlo, quei 42 milioni che rimangono per completare l’aumento di capitale, potrebbero realmente fare la differenza e indurre Jim a sedersi nuovamente ad un tavolo delle trattative (con Friedkin). Non resta che attendere. La partita è più che mai aperta. 
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