NO A MINUSVALENZE
Un obbligo ricordarlo vista la vertenza nei suoi confronti dei soci di minoranza negli Usa. Ma anche un avviso ai futuri acquirenti: non lascerà con una minusvalenza. Ergo, se non saranno i 90 milioni che potevano arrivare dalla proposta pre-Covid di 704 milioni di Friedkin, dovrà essere qualcosa di simile. Consapevole che in questo momento di recessione è difficile, tra le righe l’imprenditore di Boston lascia intravedere l’alternativa che ha in mente quando accenna, senza entrare nello specifico, a quanto accadrà nel mercato estivo: «Molto può dipendere da potenziali investimenti nel club». Ossia, dall’entrata o meno di altri soci. Si torna così al punto di partenza: prendere tempo. Agevolato dal Decreto liquidità che gli permetterà di ritardare sino al 31 dicembre quello che resta della ricapitalizzazione e con la questione-stadio sulla quale lui stesso ammette di attendere novità a breve («Tante volte l’ho già sentito, ma forse stavolta siamo vicini all’approvazione ‘davvero finale’»), Pallotta - dopo aver garantito la liquidità nel medio/breve periodo al club con l’operazione di factoring sul botteghino - vuole vedere cosa accadrà nella corsa al quarto posto (che porta in dote 50-60 milioni) per poi agire di conseguenza. Se nel frattempo non sarà entrato infatti un socio pronto ad affiancarlo, quei 42 milioni che rimangono per completare l’aumento di capitale, potrebbero realmente fare la differenza e indurre Jim a sedersi nuovamente ad un tavolo delle trattative (con Friedkin). Non resta che attendere. La partita è più che mai aperta.
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