LINEE GUIDA: IL MONTE INGAGGI
Le linee-guida per Guido Fienga e soci sono tracciate: abbassare il monte-ingaggi di circa il 20% (da 140 a 115 milioni), adottare la politica che prevede, per i nuovi arrivi, un tetto agli ingaggi di 3 milioni netti, dare una sforbiciata alle commissioni degli agenti e dei mediatori (intorno ai 20 milioni). Il resto lo faranno le cessioni, alcune potranno essere dolorose, come già accaduto. L’optimum sarebbe liberarsi di chi non rientra più nei piani di Fonseca (Pastore, Fazio, Jesus, Perotti, Bruno Peres, Fuzato, Olsen, Gonalons, Karsdorp, Coric oltre a Defrel per il quale, a salvezza raggiunta dal Sassuolo, c’è già un obbligo di riscatto fissato a 9 milioni). La realtà, sommata ad una inevitabile svalutazione generalizzata del parco-calciatori (uno studio della Kpmg lo valuta di media intorno al 18%) dice che sul mercato finiranno anche i gioiellini tipo Kluivert, Under, Cristante, Schick, Florenzi, Riccardi e forse uno tra Diawara e Veretout. Senza contare che alcune proposte (leggi Psg per Calafiori) potrebbero cambiare in corsa lo status degli “incedibili”.
ZANIOLO E PELLEGRINI A RISCHIO
Discorso che grazie alla ripresa del campionato dovrebbe preservare Pellegrini e Zaniolo. Con un nuovo stop, i due tornerebbero in ballo. Per questi motivi centrare la Champions diventa vitale. Senza, il ridimensionamento è dietro l’angolo. E Pallotta ne è consapevole. La strategia per ora è temporeggiare. A breve infatti saprà se i diritti tv saranno stati incassati per intero, se lo stadio a Tordivalle avrà fatto passi avanti, conoscerà le entrate maturate dalle cessioni e come sarà finito il campionato. Tempo, nella sua ottica, per rimettersi seduti al tavolo delle trattative c’è sempre. Bisogna capire, dopo l’ennesimo rifiuto, se come interlocutore troverà Friedkin ad aspettarlo. O qualcuno al suo posto
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