Roma, Mourinho si scaglia contro la Lazio. I biancocelesti rispondono: «Ogni volta che perde ci nomina»

Roma, Mourinho si scaglia contro la Lazio. I tifosi rispondono: «Ogni volta che perde ci nomina»
di Gianluca Lengua
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Lunedì 2 Maggio 2022, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 11:39

La Roma pareggia contro il Bologna e José Mourinho torna a fare polemica. Questa volta l’indice è puntato contro la Lazio, o meglio, contro Var e guardalinee che non hanno segnalato il presunto fuorigioco di Acerbi nel gol vittoria contro lo Spezia. Una rete pesantissima in ottica qualificazione Europa League che dalle immagini mandate in onda potrebbe sembrare irregolare per via della posizione oltre la linea del difensore biancoceleste: «La storia è sempre la stessa: io alleno da 22 anni e dopo 22 anni puoi ancora vincere con un gol in fuorigioco perché ieri questo è successo». Poi, aggiunge: «La stampa italiana è migliorata, dire che oggi esiste una prostituzione intellettuale è sbagliato. Ma se voi volete nascondere che ieri una squadra ha vinto con un gol in fuorigioco nel 2022 allora dovete farmi nuovamente questa domanda».

Mourinho attacca la Lazio

Mourinho attacca la Lazio Lo Special One appare seccato e, senza mai nominare la Lazio, fa un chiaro riferimento all’azione incriminata. Il pareggio contro il Bologna mette a pari punti le due squadre romane (i giallorossi restano quinti per via degli scontri diretti) accendendo così il finale di stagione, in cui la Roma è impegnata anche sul fronte Conference League. Una stoccata che non ha lasciato indifferenti i tifosi della Lazio, sui social, infatti, è montata la polemica contro la frasi pronunciate dell’allenatore romanista: «Mourinho ha capito tutto: ogni volta che sbaglia una partita nomina la Lazio», «La Roma ieri ha pareggiato perché la Lazio ha vinto con lo Spezia?», «La verità è che i romanisti sentono il fiato sul collo», «La società dovrebbe rispondergli». Non solo social, ma anche radio e alcuni siti web specializzati sulle vicende laziali non hanno digerito l’attacco di Mou «Ossessionato dalla Lazio», si legge su un titolo.

La risposta della Lazio

La Lazio risponde a Mourinho La risposta biancoceleste non si è fatta attendere e questa mattina sul sito del club è apparsa una nota: «Il fatto che nel 2022 un allenatore di un’altra squadra, durante le sue conferenze stampa, faccia ripetutamente riferimento a presunti favori arbitrali a squadre concorrenti e che, allo stesso tempo, alcuni giornalisti sportivi nazionali, di dichiarata fede calcistica, si infervorino sullo stesso argomento, dimenticando il loro ruolo professionale e il dovere di imparzialità, dimostra alcune cose: che la Lazio è ossessivamente nei loro pensieri più di altri ambìti obiettivi professionali; che, come spesso accade, si guarda in casa degli altri per distogliere l’attenzione da risultati mancati e da clamorosi episodi avvenuti in casa propria, a proprio favore, sotto gli occhi di tutti; che nonostante la necessità di evolvere l’immagine del calcio in Italia, alcuni protagonisti sono fermi alla costante ripetizione delle accuse agli arbitri e al VAR; che su questi atteggiamenti offensivi verso la categoria degli arbitri e sulla mancanza di obiettività giornalistica troppo spesso si sorvola.

La Società Sportiva Lazio respinge ai mittenti le critiche e le insinuazioni, continua a credere che i valori si dimostrino in campo e non nei salotti televisivi. La Lazio non si presterà mai ad essere l’alibi o il capro espiatorio di nessuno e farà valere nelle sedi opportune le proprie ragioni. La linea della Società continua ad essere quella di non discutere le decisioni prese sul campo, anche quando si tratta di episodi lampanti avvenuti a sfavore della squadra biancoceleste, quale il fallo di Tonali su Acerbi a Lazio-Milan in occasione del gol o la gomitata in area di Ibanez su Milinkovic nel derby di ritorno, solo per citarne due anche se ne abbiamo presenti molti altri, anche in Spezia-Lazio. Episodi decisivi sui quali abbiamo scelto il silenzio per rispetto degli arbitri in campo e del VAR, rispetto che altri non hanno dimostrato e continuano a non dimostrare».

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