Dal mercato alla comunicazione: la Roma è più che mai di Mourinho

Dal mercato alla comunicazione: la Roma è più che mai di Mourinho
di Stefano Carina
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Mercoledì 2 Giugno 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 10:51

A volte tornano. Dopo Totti, ecco Mourinho. Entrambi Special: Francesco come calciatore mentre José da tecnico. Caratteri diversi ma la stessa capacità di attrarre. Per tutta la carriera, l’ex Capitano giallorosso si è affiancato alla dirigenza, provando a convincere il giocatore di turno ad accettare il trasferimento a Roma. La lista è lunga: Buffon, Cannavaro, Pizarro, Ibrahimovic (ai tempi di Capello), Davids, Antonio Conte. Mourinho è appena arrivato. Anzi, deve ancora insediarsi ed essere presentato ma è già sulla buona strada. La telefonata a Donnarumma, quella a Zaniolo, l’altra a Mkhitaryan per convincerlo a restare, senza contare lo spiffero proveniente da Torino di una conversazione “interessata” tra vecchi amici con Ronaldo.

STELLA POLARE
Tutto già ruota attorno a Mou. Parafrasando la scritta che campeggia al Camp Nou per il Barcellona («Més que un club») a Roma la sensazione è che ci troveremo presto a parlare di «Mas que un tecnico». O se preferite il vernacolo, «Più de un allenatore». L’esempio lampante è Xhaka. La domanda nel ritiro della nazionale svizzera a Bad Ragaz è sull’interesse del club giallorosso. La risposta, dopo i convenevoli di rito (che durano lo spazio di tre parole: «Orgoglioso dell’attenzione»), vira immediatamente sulla possibilità di essere allenato da Mourinho. Inevitabile? Probabile. Il portoghese si avvia a recitare all’interno del mondo Roma diversi ruoli: tecnico, psicologo, operatore di mercato, stella polare per il marketing e la comunicazione. In una parola: manager. Sarà lui a dirigere, gli altri si adegueranno. Ma quello che già rappresenta un quid in più non deve trasformarsi un domani in una diminutio strutturale. Perché di José ce n’è uno e a differenza di Totti non rimarrà 20 anni nella Roma. Tra l’altro il carattere mite di Francesco era più un supporto all’operatività della società, anche se spesso ne nascondeva i limiti. José è invece un cannibale. Fagocita tutto e tutti.

E se le cose non vanno come crede, non fatica ad esternarlo: «Non potremo competere sul mercato con le big della Premier», il commento prima dell’ultima sessione al Tottenham. Chiaro e lineare. Non potrebbe essere altrimenti per un tecnico che ha allenato e vinto ovunque: Italia, Spagna e Inghilterra. L’occasione di avvalersi della sua professionalità è unica e irripetibile. Ma va sfruttata dalla società (che per il prossimo semestre pensa ad un nuovo aumento di capitale e ad un possibile delisting) per crescere insieme.

MICKI RINNOVA
Intanto la telefonata a Mkhitaryan ha sortito gli effetti sperati. Dopo la settimana di riflessione e di silenzio, l’armeno ha rotto gli indugi e ieri ha sottoscritto l’accordo che lo lega alla Roma per un altro anno (alle stesse cifre della passata stagione: 3 milioni più 2 alla firma). Rifiutato dunque il biennale proposto da Pinto (tornato in Portogallo) a conferma che l’ex Arsenal - al netto delle dichiarazioni rilasciate sul sito del club - ha deciso di lasciarsi una porta aperta, per capire come evolveranno i rapporti con il tecnico, non idilliaci ai tempi dello United. Una permanenza, quella dell’attaccante, che rilancia il connubio della Roma con Raiola, pronto alla (difficile) convivenza con Mendes.

MEETING IN ARRIVO
Mino a Trigoria controlla attualmente Kluivert, Micki, Calafiori e Karsdorp (anche se non ufficialmente) e sia quando arrivò nella Capitale che adesso che è di ritorno dal prestito al Leicester, c’è sempre la sua regia nei trasferimenti di Under. Inevitabilmente dovrà recitare un ruolo fondamentale nelle uscite. Anche perché gli darebbe poi più forza per tornare alla carica in entrata: oltre al sogno Donnarumma (che al momento guarda altrove), Raiola sta caldeggiando da tempo l’ingaggio di Areola. Mendes invece propone Rui Patricio. Di questo e molto altro si parlerà nel prossimo fine settimana quando a Londra è in programma un incontro tra il gm giallorosso, i Friedkin e lo Special One. La nuova Roma, formato Mou, è pronta a partire.
 

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