José Mourinho è chiamato a cambiare. Il 2-1 incassato in Bulgaria e il 4-0 alla Dacia Arena hanno fatto suonare un campanello d’allarme nella testa del tecnico. Perché una squadra che ambisce a posizioni di prestigio in coppa e in campionato non può permettersi di subire sei gol in due partite (nei precedenti 11 match tra campionato e coppe ne aveva subiti cinque). La Roma sta ripercorrendo passi simili a quelli dello scorso anno: bene le prime tre partite contro Fiorentina, Salernitana e Sassuolo, ma poi il crollo con il Verona. Un gioco poco convincente, confusione in campo e calciatori ancora imballati e poco reattivi fanno da cornice alle sconfitte degli ultimi cinque giorni. Ecco, dunque, che José dovrà correre ai ripari con accorgimenti tattici, o con veri e propri stravolgimenti di modulo come accaduto lo scorso anno quando è passato dalla difesa a quattro a quella a tre. In questa stagione, il percorso potrebbe essere inverso, ritornando all’antico con due centrali e due terzini. Il problema, però, risiede sia sulle fasce che a centrocampo: tutti gli uomini che ha a disposizione ai lati, hanno caratteristiche offensive e poco difensive; in mezzo al campo, invece, l’infortunio di Wijnaldum ha fatto saltare gli equilibri. La mossa di far giocare insieme Cristante e Matic non si è rivelata vincente perché, per stessa ammissione di José, sono due calciatori molto simili. Ecco, dunque, che il reparto fatica a inventare, ma anche a difendere e il risultato è che appena un avversario alza il ritmo la Roma va in difficoltà.
La soluzione è a centrocampo
Una soluzione sarebbe l’ingresso di Bove e Camara in pianta stabile, ieri quando sono entrati hanno dato una marcia in più alla squadra grazie a pericolosi cross e inserimenti. Mourinho potrebbe valutare di farne giocare uno dei due accanto a Cristante o Matic. Infine, il capitolo Pellegrini.