Roma, Monchi: «Pallotta ed io avevamo idee opposte. Continuare così non era giusto»

Monchi: «Pallotta ed io avevamo idee opposte. Continuare così non era giusto»
di Gianluca Lengua
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Lunedì 18 Marzo 2019, 14:39 - Ultimo aggiornamento: 14:55
«Sono andato via dalla Roma per una ragione semplice: ho capito che l’idea della proprietà era diversa rispetto alla mia». Sono queste le parole dell’ex direttore sportivo giallorosso Ramon Monchi il giorno della presentazione come nuovo dirigente del Siviglia. L’ex ds racconta la sua verità ai giornalisti che gli hanno domandato il perché dell’addio anticipato: «Continuare così non era giusto. Io posso solo parlare bene di Pallotta e di tutti quelli che hanno avuto un motivo per portarmi a Roma. Mai sentirete una mia parola contro la società e contro la Roma. Abbiamo capito che le strade erano diverse e abbiamo deciso di fermarci. L’esperienza di lavorare fuori casa in un ambiente esigente molto caldo ti rende più professionista e più attento. Io continuo a dire che la mia esperienza a Roma è stata bellissima. È vero che quest’anno i risultati non sono arrivati, il primo anno è stato bellissimo. Lavorare in una società importante come la Roma mi ha fatto crescere tantissimo». La battuta su Circo Massimo e ipotetici festeggiamenti estivi è stato il peccato originale di Monchi: «Assurdo prenderla come dichiarazione, era una battuta con un tifoso. I due anni passati a Roma non li cambio. Tornerei a firmare anche sapendo quello che avrei passato. Era la prima volta che cambiavo club, avrei avuto bisogno di conoscere meglio il club. Non mi pento di quello che ho fatto a Roma. Questi due anni mi hanno fatto crescere a livello professionale e mi hanno fatto conoscere un club che, dopo Siviglia e il San Fernando, amerò sempre». Davanti a sé Monchi ha una nuova sfida con il Siviglia: «La società mi ha trasmesso un’idea di futuro che coincide con quello che ho in testa. Stare due anni fuori da Siviglia, in un club grande e che sempre avrò nel cuore come la Roma, mi ha fatto crescere professionalmente. Ora ho il dovere di far crescere il club che amo».

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