Roma: il pari con la Dea fa morale, ma contro lo United serve di più

Roma: il pari con la Dea fa morale, ma contro lo United serve di più
di Stefano Carina
3 Minuti di Lettura
Sabato 24 Aprile 2021, 07:30

La frenata non è solo nei punti ma nei gol. Nel girone di ritorno la Roma ha il quindicesimo peggior attacco della serie A (a pari merito con il Verona). Quindici i gol segnati: peggio hanno fatto soltanto il Benevento (12), il Cagliari e la Sampdoria (13) più l’Udinese (14). Involuzione che si è palesata soprattutto da marzo in poi: appena 8 le reti nelle 7 gare disputate, nessuna squadra ha segnato meno dei giallorossi. Meno gol, meno punti: chiuso al quarto posto il girone d’andata, ora la Roma è settima ma nel parziale, scivola addirittura al decimo posto (per differenza reti). Numeri che almeno da un paio di turni hanno sancito l’addio dei giallorossi alla corsa per la prossima Champions. Rimane l’Europa, ormai dietro l’angolo. Se Cagliari appare una tappa di trasferimento (utile probabilmente per mettere qualche minuto nelle gambe ai rientranti Smalling, El Shaarawy, Kumbulla e Spinazzola, da ieri nuovamente in gruppo) il Manchester United è il crocevia della stagione. Non del futuro: quello, almeno per Fonseca e alcuni elementi della rosa, appare già segnato. Sul tema allenatore, rimane viva la pista-Sarri che sembra non aver convinto il Tottenham nel colloquio avuto a Londra. Anche se la candidatura di un tecnico che gioca a tre, resta d’attualità. Di certo all’Old Trafford non basteranno «l’orgoglio e la personalità» intravisti da Paulo contro l’Atalanta. E non ci si potrà affidare esclusivamente nemmeno agli episodi che ultimamente non hanno voltato le spalle alla Roma.

INIEZIONE DI FIDUCIA
Servirà qualcosa in più, a partire dalla condizione atletica passando per l’atteggiamento della squadra in campo. Ultimamente Pellegrini e compagni faticano maledettamente sulle “seconde palle”. Ossia, su quei palloni che si trasformano in vaganti e dunque di nessuno, in seguito ad un duello di gioco. Giovedì la Roma era costantemente in ritardo.

Come era del resto accaduto anche a Torino e nella prima mezz’ora contro il Bologna. Una costante che coincide con le precarie condizioni di Veretout, rientrato da poco da un infortunio. Ma non finisce qui. Perché le difficoltà palesate in avanti, fanno rima con quelle del reparto arretrato. Non saranno una scienza esatta, ma in 5 delle ultime 6 gare, la Roma ha concesso agli avversari almeno 2 expected gol a partita (3.38 Sassuolo, 3.07 Ajax, 2.01 Bologna, 3.37 Torino e 2.39 Atalanta). Senza contare i tiri subiti (12 Sassuolo, 15 Ajax, 11 Bologna, 10 Ajax all’Olimpico, 23 Torino e 22 Atalanta) che soltanto un pizzico di buona sorte - e in alcuni case le parate di Pau Lopez - non ha trasformato in passivi reali. Ritrovare Smalling nel “suo” Old Trafford - considerando anche la pesante assenza di Mancini per squalifica - potrebbe regalare fiducia al reparto difensivo che altrimenti sarebbe costretto ad arretrare Karsdorp, insieme a Cristante e Ibanez.

TAPPA DI TRASFERIMENTO
In una gara che si prospetta di attesa, fondamentali saranno le condizioni di Mkhitaryan e Spinazzola che in campionato sono i due giocatori che garantiscono le maggiori risalite palla al piede (3,5 di media a partita per entrambi). E poi queste sono le gare di Dzeko: 3 reti in 4 partite negli scontri ad eliminazione diretta in stagione ma soprattutto 30 gol alle spalle nelle notti europee che lo rendono il miglior marcatore del club. La Roma nelle ultime uscite ha sempre lasciato la supremazia territoriale alle avversarie: difficile pensare che non accada lo stesso giovedì. Forse sarà il canovaccio che ci si dovrà attendere anche domani a Cagliari. Dove Paulo - al di là delle inevitabili rassicurazioni odierne in sede di presentazione del match - opterà presumibilmente per una Roma B. Il pericolo è un calo di agonismo e concentrazione, come accaduto nella ripresa di Torino. Il rischio, però, stavolta vale una stagione.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA