Roma-Leverkusen, Mourinho e la sua carica: «Possiamo farcela. Al Psg mi cercano? Non mi hanno trovato»

Il tecnico punta tutto sulla coppa: "Sono le due gare fondamentali della stagione"

Roma-Leverkusen, Mourinho e la sua carica: «Possiamo farcela. Al Psg mi cercano? Non mi hanno trovato»
di Stefano Carina
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Giovedì 11 Maggio 2023, 08:16

C'è poco da fare: semifinale o non semifinale, quando c'è Mourinho di mezzo il discorso finisce sempre per focalizzarsi su di lui. Tanto vale allora togliersi subito il dente: «Dal Psg mi cercano? Allora non mi hanno trovato, non hanno parlato con me». Il sorriso che accompagna la risposta dice tutto. Non sai se è la verità o meno ma fai comunque finta di crederci. Come quando il discorso scivola sul grande dubbio della vigilia: «Dybala titolare? Vediamo domani (oggi, ndr), la sensazione adesso è no. Però non voglio nemmeno che poi magari gioca e mi diciate che sono un bugiardone». Magari solo bugiardone no, ma amabile bugiardone - al di là dell'impiego dal 1' questa sera dell'argentino - certamente sì. Il Pifferaio magico di Setubal si conferma un gigante nell'indirizzare la comunicazione a suo piacimento. La sinfonia la decide lui, gli altri possono soltanto accodarsi e accettarla. Così il Bayer Leverkusen, sesto in campionato e fresco del ko nel derby con il Colonia, si trasforma di colpo nella «migliore squadra che ho visto giocare in contropiede in Europa quest'anno. Ha 5-6 giocatori che potevano correre i 100 metri contro Jacobs, difende e fa contropiede in maniera perfetta. Fermarli è quasi impossibile».

I 62 gol subiti in stagione in 43 gare dai tedeschi dicono altro ma tutto serve per alzare l'asticella della concentrazione e dell'attesa. Come l'annoso rapporto tra le due rose. Ieri era l'Inter, oggi il Bayer: «Il Leverkusen ha tantissime opzioni, Hudson-Odoi e Schick sono infortunati e per loro non è un problema. Per noi ogni infortunio invece lo è. Non è una critica ma la realtà. Perché se non avessimo infortuni o squalifiche avremmo anche la qualità per fare quello che stavamo facendo. Ossia essere secondi, terzi e qualificarci in Europa League. Siamo vittime del bene che i calciatori hanno fatto in stagione». Questa sera incrocerà una vecchia conoscenza. Quel Xabi Alonso conosciuto e apprezzato a Madrid: «Ho avuto sempre un rapporto fantastico con lui sia da allenatore che da giocatore, mi farà un piacere enorme stare insieme prima e dopo la partita. Durante il match però sarà come affrontare un avversario qualsiasi».

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L'ALLIEVO
Xabi a Madrid è stato un fedelissimo di Mou collezionando 151 presenze e vincendo 108 partite (72%).

Durante la gestione madrilena dello Special, Alonso ha giocato 12548 minuti: solo Cristiano Ronaldo ne ha disputati di più in quel periodo (14140). Uomo di riferimento in campo e fuori. Tanto da essere difeso in una diatriba a distanza con Xavi («Prima di parlare di José, darei un'occhiata al suo curriculum, ha fatto la storia») e/o accettare di farsi espellere nel 2010 con Sergio Ramos in una gara contro l'Ajax. Il Real stava vincendo 4-0 quando certo del primo posto del girone, arriva l'input dello Special. I due infatti erano in diffida e la mossa è per averli poi a disposizione negli ottavi senza gialli. Il messaggio viene veicolato in campo a Casillas dal secondo portiere Dudek. Il centrocampista, già ammonito, ritarda così una rimessa dal fondo, costringendo l'arbitro a sventolare il secondo cartellino giallo per perdita di tempo. Stesso copione anche per il difensore. La Uefa apre un'inchiesta: José si becca due giornate, una con la condizionale, più una multa di 40mila euro. Un turno più 20mila euro di ammenda ai due calciatori e multa di 120mila euro al Real Madrid. Chissà ripensandoci se il ricordo strapperà un sorriso.

 


SPERANZA SMALLING
Questa sera, invece, ci sarà poco da ridere. La posta in palio è altissima a tal punto che Mou si lascia scappare come le due semifinali siano «le gare fondamentali della stagione. O andiamo in finale o perderemo lasciando tutto in campo. Speriamo di recuperare Smalling. Quando? Non per le prossime 2-3 partite. Per il ritorno vedremo, magari succede qualcosa di imprevedibile. Se arriviamo a Budapest ci sarà». Il campionato passa così in secondo piano: «Certo e qualcuno sarà veramente contento, più di qualcuno». Poco ma sicuro.
 

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