Roma-Leicester, Mourinho: «Combatteremo per la finale, ma i tifosi dovranno giocare con noi»

Roma-Leicester, Mourinho: «Combatteremo per la finale, ma i tifosi dovranno giocare con noi»
di Gianluca Lengua
7 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Maggio 2022, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 07:58

José Mourinho carica l’ambiente in vista della semifinale decisiva ci Conference League contro il Leicester. Non basta avare 70 mila persone sugli spalti, serve la partecipazione: «Si può stare allo stadio come spettatore e si può stare allo stadio a giocare la partita. Se abbiamo 70 mila spettatori il significato è niente, se abbiamo 70 mila che vogliono giocare la storia è diversa. È questo quello che chiediamo alla gente: non venite allo stadio a guardare la partita, venite allo stadio a giocare». Ecco la conferenza stampa integrale. 

Il Leicester pensa solo alla Conference League, che peso può avere?

«Spero nessuno. Io sono stato già nella loro stessa situazione, quando non hai nessuna possibilità in campionato di raggiungere i tuoi obiettivi, il focus diventa la competizione europea. Anche se non è la loro competizione europea perché la loro è l’Europa League. È logico quello che stanno facendo, noi non possiamo farlo, abbiamo la possibilità in campionato di raggiungere l’Europa League e dobbiamo provarci fino all’ultimo. Spero che l’aspetto emozionale possa mettere i miei in uno stato d’allarme altissimo e che possa aiutare la squadra a vincere la partita».

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Come si sostituisce un calciatore come Mkhitaryan?

«Non abbiamo un altro Mkhitaryan. Ci sono delle squadre top, dove tu hai giocatori molto simili per molte posizioni. Possono fare un turnover perfetto. Non abbiamo un altro calciatore come lui, non c’è possibilità di fare lo stesso con altri. Potremmo farlo in modo diverso, l’obiettivo non cambia, vogliamo la finale, non mi stanco mai di ripetere che domani saranno 14 partite di Conference League, abbiamo cominciato in Turchia senza fermarci giocando di giovedì e domenica in campionato.

Ma siamo qui come squadra, non c’è lui ma ci sono altri. E come squadra andremo domani a combattere». 

È tornato a casa con una bella bottiglia di vino, Rodgers ha detto di essere contento di tornare con un bel the…

«Gli avevo acquistato un bel regalo, ma se vuol del the terrò il regalo per me e gli darò il the». 

Con questa squadra ha vinto la coppa di Inghilterra, cosa si aspetta?

«Quello che sta facendo Brandon è fantastico, dopo quell’exploit il Leicester è cresciuto di livello. Adesso può utilizzare uno dei centri sportivi migliori di Europa. Con i Liverpool la gente dimentica quello che ha fatto, con risorse inferiori rispetto ad ora ha fatto un risultato straordinario. La gente non segue il campionato scozzese, ma lì ha vinto. Ma anche vincere una coppa e la Community Shield, detto questo spero che domani sia la nostra giornata».

Quali sono le sue emozioni per l’Olimpico pieno?

«Non c’è dubbio dell’empatia creata tra noi squadra e i tifosi. Siamo insieme da 10 mesi, con momenti più belli e meno belli, da ricordare e dimenticare. Adesso arriviamo a un momento in cui si giocano all’Olimpico le ultime due partite della stagione: domani l’ultima di Conference e prossima settimana l’ultima contro il Venezia. Sarebbe bello festeggiare questa empatia che è stata creata e rimane al di là dei risultati. Ma sarebbe bello finire bene queste due partite all’Olimpico. Ai tifosi dico che noi giochiamo per noi e tanto per loro e mi piacerebbe che domani giocassero la partita con noi. Si può stare allo stadio come spettatore e si può stare allo stadio a giocare la partita. Se abbiamo 70 mila spettatori il significato è niente, se abbiamo 70 mila che vogliono giocare la storia è diversa. È questo quello che chiediamo alla gente: non venite allo stadio a guardare la partita, venite allo stadio a giocare». 

Schmeichel ha detto che quello che conta è vincere i titoli, per lei che ne ha vinti tanti che significherebbe per lei?

«Vincere il campionato con il Leicester significa più di tre titoli con United e Chelsea. È normale che voglia vincere, anche perché è l’unico modo per qualificarsi alle coppe europee la prossima stagione. Il Leicester ambisce a giocare in Europa l’anno prossimo e possono farlo solo vincendo la coppa. Sono parole normali da parte di un giocatore che rappresenta il Leicester. La fame è sempre la stessa. C’è solo una partita che non ho vinto, la partita successiva. Voglio sempre la partita che segue. E a maggior ragione se quella che segue è la semifinale, perché ti dà il diritto di giocare una finale. Se non vieni licenziato o esonerato prima, la semifinale è una partita speciale. È stato un cammino molto lungo, diverso da quello del Leicester perché loro sono passati dall’Europa League. È stato difficile dal primo giorno, 14 partite e dovremo fare il possibile per raggiungere questa finale». 

Un anno fa è stato annunciato come allenatore della Roma, a lei sembra piacere questo progetto. Giusto?

«Sì mi piace, sto bene, sono a mio agio. Vengo al centro sportivo felice. Voglio di più, nella prossima stagione voglio pensare a qualcosa di più grande. Conoscevo il progetto, la sua natura e la sua dimensione e sono felice di condividere il mio tempo con i giocatori e cerco di dargli tutto quello che posso. È stato un lavoro difficile e duro per tutto. Per questo meritiamo di chiudere la stagione con qualcosa di speciale da festeggiare. Daremo il massimo per raggiungere questo obiettivo, sarà un passo importante contro un’ottima squadra». 

Ha bevuto il vino di Brandon e qual è il regalo che non riceverà?

«Non lo saprà mai, ha detto che vuole del the e si beccherà il the». 

Al di là delle scelte, che momento stanno vivendo sia Oliveira che Veretout?

«Non c’è un giocatore che possa giocare al posto di Mkhitaryan con le stesse caratteristiche. Noi abbiamo calciatori diversi da lui, non c’è tanto da fare. Giocheremo come squadra, cercheremo sempre di nascondere i problemi che abbiamo, cercheremo di esplorare le piccole fragilità che i nostri avversari avranno. Sergio e Veretout sono uguali a tutti gli altri giocatori che abbiamo e sono in condizioni di dare tutto quello che hanno da dare. Domani sarà possibile vincere, ma solo se saremo al massimo livello. Sono convinto che sia Sergio sia Veretout ci potranno aiutare». 

Che partita ci dobbiamo aspettare tatticamente?

«È sempre difficile dire partita sarà. A volte vuoi una partita e ne esce una diversa. A me ne piacerebbe una come quella di Leicester in cui Rui Patricio ha fatto una parata in 90 minuti. Questo significherebbe che non abbiamo grossi problemi. Il pubblico può aiutare, se vuole giocare, ma noi come squadra dovremo avere la maturità e l’intelligenza di gioco per saperlo gestire in modo più emozionale e razionale». 

La proprietà come si avvicina a questa sfida?

«Non abbiamo scambiato nessuna idea. Il presidente e i suoi figli mi conoscono già un po’ e sanno che prima della partita la mia vita siamo io i miei assistenti e i miei giocatori. Non mi piace condividere, stare con altre persone e fare la conferenza stampa con voi, sono qui perché obbligato. Conosco loro, è facile capire che al di là del fatto che sono innamorati del loro club sono anche innamorati di calcio e vivono questi momenti con passione, la natura del calcio è arrivare a momenti importanti. Rispettano la privacy come squadra, la nostra concentrazione, ma capisco che dalla loro parte esiste una diversità nell’approccio. Sono felici di avere una semifinale a casa con i tifosi con lo stadio pieno, andremo lì tutti insieme e se la nostra gente vorrà giocare farà la differenza».

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