Roma, da Micki a Dzeko, i quattro senatori in attesa di giudizio

foto Mancini
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 17 Maggio 2021, 07:35

Ci sono alcuni giocatori che nella Roma hanno un peso specifico. Per storia, per pedigree: e sono, Smalling, Pedro, Dzeko e Mkhitaryan. Quasi tutti con contratto non a scadenza immediata: Edin finirà il suo rapporto con la Roma nel 2022, Smalling nel 2023, Pedro nel 2023. Solo Micki ha il destino nelle sua mani: se vuole rinnova, altrimenti è libero. Una clausola glielo consente: può anche decidere di restare contro la volontà del nuovo allenatore. Ipotesi non percorribile, però. Qui subentrerebbe il buonsenso di tutte le parti. Mourinho conosce bene i calciatori in questione, sia per frequentazioni di Premier (Dzeko) sia per averli allenati (Pedro, Micki e Smalling, tra Chelsea e United). Tutti e tre guadagnano bene, specie Edin che, come noto, ha un ingaggio pesante, il più pesante nella Roma. L’età non aiuta soprattutto Dzeko che nel 2022 compirà 36 anni. Gli altri sono sempre over 30, Smalling e Mkhitaryan classe ‘89, mentre Pedro è ‘87. Va da sé che, tenerli tutti, diventa un rischio, abbiamo visto come in questa stagione, chi per un problema e chi per un altro, nessuno ha dato continuità e, sotto questo aspetto, Mourinho ha bisogno di certezze, pur non mettendo in discussione la qualità di nessuno di loro. Dzeko è il centravanti ideale e si è capito che il bosniaco ha avuto più di un colloquio con lo Special One. Che, tenendo Edin fino alla scadenza del contratto, dovrà cercare una punta giovane a cui dare continuità, uno alla Vlahovic, tanto per fare un esempio. Smalling è il centrale d’esperienza di cui ha/avrebbe bisogno Josè. Come del resto ne aveva Fonseca. Ma Chris come sta? Deve risolvere definitivamente i suoi problemi al ginocchio prima di gettarsi sulla nuova esperienza con Mourinho. 
VECCHI PROBLEMI
Diciamo che, con Dzeko, è candidato a restare.

Discorso diverso per Mkhitaryan che, al di là degli aspetti contrattuali, ha qualche ruggine con Mou da eliminare e lui stesso fa capire come il suo futuro nella Roma non sia così scontato. «Sono innamorato di questa città e dei tifosi, però a 32 anni non è facile fare una scelta. Devo analizzare tutto per vedere se per me rimanere qui sarà un bene o no. Mourinho? Quello che è successo a Manchester finisce lì, se dovessi rimanere ripartiremo da zero. E farò di tutto per aiutare la squadra». Troppi “se”. Vedremo. Pedro, infine. Lo spagnolo calciatore di classe, a Mou piace, specie se si ripartirà dal 4-2-3-1, nel quale lo spagnolo può fare l’esterno o il centrale dei trequartisti. Ma come detto, va per i 35 anni e ha una carriera pesante nelle gambe, fatta di successi e di stimoli fin troppo appagati. Quei pochi minuti visti nel derby hanno fatto brillare gli occhi a Mourinho, che ha bisogno della sua esperienza e della sua classe. Come Micki, dipenderà anche da lui, da ciò che vuole fare, se gli basterà la Conference League e il sogno di vincere il campionato o se avrà la necessità di calarsi ancora in un grande torneo come la Champions. Sono tutte questioni che verranno risolte parlando. Mourinho quando verrà a Roma dovrà capire bene chi avrà davanti e che tipo di garanzie saranno in grado di dare. Materazzi, Eto’o e Drogba confessarono che un giocatore, per uno come Mou, è disposto a morire. Ecco, senza arrivare a questo punto, ma almeno farsi trovare pronti e stimolati può già bastare. Al di là dell’età.

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